Controlli sommari nei centri di accoglienza per minori: la protesta delle associazioni

 

di Manuele Petri

In un Paese in cui anche l’ordinaria amministrazione diventa emergenza, le vere emergenze rimangono irrisolte. Ogni anno in Italia arrivano migliaia di minori stranieri non accompagnati che secondo la convenzione Onu sui diritti dell’infanzia dovrebbero essere tutelati garantendo loro protezione, salute ed istruzione. Nella sola città di Roma sono accolti circa 3.000 minori, di cui la metà di origine bangladese. Sono ospitati in 13 strutture, 8 delle quali gestite dalla Domus Caritatis, cooperativa sociale legata all’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Trifone. Parliamo di centri che ospitano anche 100 persone alla volta e che non possono garantire un’adeguata assistenza legale e psicologica.

Ad aggravare la situazione poi, c’è anche la promiscuità con i “finti minori”, cioè persone palesemente adulte dichiarate minorenni dalla visita antropometrica. Provengono da Paesi per cui non è previsto lo status di rifugiato: una volta respinta la loro richiesta di asilo si spacciano per minorenni pur di non essere espulsi. Su questo c’è un’inchiesta aperta dalla Procura di Roma la quale sospetta che dietro ai “finti minori” ci sia una truffa organizzata dai centri per incassare la diaria di 80 euro stanziata dal Governo in occasione dell’emergenza nord Africa. Emergenza che si è chiusa lo scorso 28 febbraio con la scandalosa elemosina di 500 euro data agli adulti che decidevano di lasciare i centri di accoglienza.

I minorenni, invece, restano in carico ai Comuni che in molti casi ancora aspettano dal Governo il rimborso per le spese sostenute nei mesi scorsi. E proprio il 10 aprile, in occasione dell’ultima seduta del Consiglio comunale romano, è stato approvato il finanziamento del debito fuori bilancio di circa 13 milioni di euro dovuto all’accoglienza straordinaria di minori stranieri non accompagnati. Parallelamente il Comune, che tra l’altro è anche il tutore legale dei minorenni accolti, sta procedendo con dei controlli sommari sugli ospiti dei centri per minori per verificarne l’età.

Ad oggi sono stati visitati circa 40 presunti maggiorenni, prelevati e portati presso l’ospedale militare del Celio. Tre ragazzi bangladesi, dopo essere stati riconosciuti maggiorenni, sono stati trasferiti al CIE di Ponte Galeria dalla Polizia locale di Roma Capitale. Solo il giorno dopo, grazie all’intervento di un avvocato, sono stati nuovamente visitati: uno di loro è stato definitivamente riconosciuto minore e riaffidato al centro. Gli altri due ragazzi sono stati trattenuti nel CIE e rilasciati il 30 marzo dopo una terza visita che ne ha certificato la minore età. Per i ragazzi riconosciuti maggiorenni è scattato invece un provvedimento di espulsione e una denuncia penale per esibizione di documenti falsi, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato.

Il Comune si giustifica affermando che i controlli sono fatti nell’ambito delle indagini aperte dalla procura di Roma. Questa versione viene però smentita dall’avvocato Salvatore Fachile, dell’associazione Asgi, “il Comune senza l’ausilio del magistrato sta convocando i ragazzi che ritiene maggiorenni per una seconda visita medica. Questo è assolutamente illegittimo: bisogna prima iscrivere i ragazzi nel registro degli indagati. Solo la magistratura può richiedere una seconda visita che deve essere fatta alla presenza di un avvocato. E’ evidente che il Comune di Roma vuole liberare i centri per minori con l’obiettivo di abbattere le spese, per farlo hanno colto l’occasione dell’indagine penale. A questo punto dovrebbe intervenire il Tribunale per i minori bloccando queste visite sommarie; parallelamente dovrebbe intervenire il giudice tutelare revocando al Comune il ruolo di tutore legale di questi ragazzi”.

Il rischio è che come al solito vengano colpiti solo i migranti senza individuare chi invece si arricchisce sulla loro pelle. E proprio per richiedere il blocco delle visite sommarie, venerdì 12 alle ore 15 si terrà sotto al Campidoglio (piazza Madonna di Loreto) una manifestazione di protesta a cui aderiscono le seguenti associazioni: Yo Migro, Laboratorio 53 Onlus, Binario 15 Onlus, Servizio Civile Internazionale, Cooperativa sociale BeFree, Sportello legale diritti dei migranti Università di Roma Tre, ZeroViolenzaDonne.it, Esc Infomigrante, Centro di orientamento sanitario “Ambulanti”, Ass. InsensINverso, Action, Scuola di italiano Forte Prenestino, Scuola di italiano Astra 19, R.a.p. – gruppo inchiesta, Ass. Senza Confine, Laboratorio Arti Civiche.


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