Roma capitale della moda filippina, dove l’arte del vestire è eco-friendly

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testo e foto di Stefano Romano

Roma ha ospitato per quasi una settimana (17-20 ottobre) uno dei più grandi eventi della comunità filippina, grande sia per il livello culturale e sia per la durata, il “Fibre Filippine go to Rome”, organizzato da Marie Luarca-Reyes (moglie dell’Ambasciatore delle Filippine a Roma Virgilio Reyes Jr., lei è a capo dell’ENFID – European Network of Filipino Diaspora) in collaborazione con Michele Piacentini di “Les Artistes.it”, Romulo Salvador (consigliere aggiunto al Comune di Roma) e Dr. Casimero Dulay (Presidente del MDI – Mission Driven Italy).

Sei tra i più famosi designer sono giunti dalle Filippine per mostrare l’utilizzo dei tipici tessuti Piña e Abaca in abiti per ogni occasione: Dita Sandico-Ong, Anthony Cruz Legarda, Patis Tesoro, Renee Salud, Jaki Peñalosa e Cristina Ferraren hanno mostrato le loro creazioni, mentre l’uso di tali fibre come accessori o decorazioni è stato esibito dai produttori arrivati dalle Filippine. Il 16 ottobre c’è stata la conferenza stampa nella sala Carroccio del Campidoglio, con la presentazione ufficiale del progetto e dei singoli stilisti, i quali hanno risposto alle domande dei giornalisti sul senso dell’evento e sulla loro personale cifra stilistica. Quello che è emerso, per riassumere, è in primo luogo l’esigenza di promuovere le fibre filippine e arrivare nel mercato globale, con un forte senso di orgoglio per un tessuto che è specifico della tradizione indigena filippina (il suo uso ha circa trecento anni), e anche per promuovere l’immagine delle donne filippine come artiste e artigiane di questi tessuti. L’evento ha dunque una doppia finalità, condiviso da organizzatori e stilisti: uno scopo sociale – incrementare il settore lavorativo anche in Italia; e uno scopo culturale – non è solamente un evento di moda, ma anche una promozione culturale e storica delle fibre. Roma è dunque solo il punto di partenza per raggiungere anche altre città in futuro, dall’Italia sino all’Europa. Ricordiamo che la Piña è una fibra estratta dalle foglie della pianta dell’ananas, come la banana dalla pianta della banana, mentre l’Abaca – o Canapa di Manila – è estratta dal fusto della pianta.

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L’evento è seguito purtroppo ai tragici fatti che hanno sconvolto le Filippine, con il terremoto che ha causato molte vittime a Bohol e Cebu, e dunque parte dei ricavati sono stati devoluti alla ricostruzione in questi paesi.

La manifestazione ha avuto il suo battesimo il 17 ottobre nell’esclusiva sede del Circolo Ufficiale della Marina al Lungotevere Flaminio, alla presenza delle personalità diplomatiche e del mondo della moda italiana. Mentre tra le modelle che hanno sfilato, in questa occasione, c’è stata anche Sarah Baderna, la rappresentante italiana di Miss Mondo in Indonesia, dove ha vinto la concorrente filippina Megan Young. Ad intrattenere il pubblico si è alternato l’ensamble musicale Philippine Rondalla dalle filippine e il Kayumanngi Dance Group di Roma.

L’evento si è poi spostato nei giorni successivi all’Aranciera di s. Sisto, a Caracalla, per gli ultimi tre giorni aperto al pubblico, con gli espositori di prodotti artigianali fatti con le fibre giunti dalle Filippine, e la sfilata di moda. Presentata da Armand Curameng, sul palco – oltre alle creazioni degli stilisti – in questi giorni, si sono alternati vari artisti.

Gli abiti sono stati indossati da modelle e modelli italiani e filippini, e da una modella venezuelana. La stilista “Dita” Sandico-Ong, specializzata nella banaca, un mix di banana e abaca, si è distinta per i colori sgargianti dei suoi abiti e le modellazioni plastiche di questi tessuti; Anthony Cruz Legarda per l’uso del blu indaco, pigmento naturale in linea con lo stile eco-friendly di questi tessuti; Patis Tesoro, la Gran Dama delle fibre, ha incantato il pubblico del Circolo della Marina con i suoi suntuosi abiti da sposa, mentre all’Aranciera ha offerto una collezione giovanile e colorata, molto etnica; Renee Salud è stato tra quelli che più ha divertito ed entusiasmato il pubblico, con una sfilata moderna, con bellissimi barong tagalog per gli uomini in stile fibra. Molto belli anche gli abiti di Jaki Peñalosa, ilonga designer e membro di The Designers Guild of Iloilo, e delle più giovane di tutti, Cristina Ferraren, apprendista di “Dita” Sandico-Ong, che ha presentato una collezione mirata ai giovani. Il tutto sotto la guida del famoso coreografo arrivato dalle filippine Raymundo Villanueva.

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Alla fine è stato un grande successo per gli organizzatori e anche per Roma, che inizia così a conoscere sempre di più una delle culture più vive ed interessanti tra le nostre comunità migranti, con un evento mirato non solo alla comunità stessa, ma anzi in primo luogo ad un pubblico italiano che ha gradito questo mix di musica-moda-artigianato. Con la speranza che si possa avviare in Italia un commercio ed un’industria tessile locale di questi prodotti, che poi era il fine e l’anima del progetto degli organizzatori e degli stilisti.


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