Chi sono i poliziotti arrestati per l’irruzione alla Diaz

Nei giorni tra Natale e capodanno, a quasi 13 anni dal G8 di Genova, sono finiti agli arresti domiciliari 10 dei poliziotti condannati in via definitiva per l’irruzione del 21 luglio 2001 nella scuola Diaz. Devono scontare pene residue che vanno da qualche mese ad un anno e lo faranno agli arresti domiciliari grazie al decreto ‘svuota carceri’ approvato nei mesi scorsi dal Governo. Questo dopo che il tribunale di Sorveglianza di Genova ha respinto le loro richieste di affidamento ai servizi sociali.

Il processo ha stabilito che per tentare di giustificare le violenze avvenute durante la perquisizione (che portarono all’arresto di 93 persone e causarono 87 feriti gravi) le forze di polizia decisero di introdurre all’interno della scuola Diaz delle bottiglie molotov e degli attrezzi da lavoro in modo da dimostrare la presenza di black block nella scuola. Il poliziotto Massimo Nucera, inoltre, disse di essere stato accoltellato da un occupante della scuola, evento che il processo ha stabilito non essere mai avvenuto.

Nessuno è stato condannato per le violenze perpetrate ai danni dei manifestanti a causa della prescrizione del reato arrivata nel 2011.

Ma chi sono questi 10 poliziotti?

Francesco Gratteri: nel 2001 era capo della Direzione centrale anticrimine del ministero dell’Interno. E’ stato condannato a quattro anni di reclusione per falso aggravato, ed è decaduto dal suo attuale incarico di capo della Direzione centrale anticrimine (Dca) per effetto dell’interdizione dai pubblici uffici. Dovrà scontare 1 anno agli arresti domiciliari. Inviato alla Diaz per volontà dell’allora capo della polizia Gianni De Gennaro, durante il blitz si trovava nel cortile della Diaz e non entrò nella scuola. “Non mi inginocchio per ottenere i benefici – ha dichiarato pochi giorni prima di sapere che la sua richiesta di affidamento ai servizi sociali fosse stata respinta – Sono dispiaciuto per quanto accaduto nella scuola Diaz, ma quella nei miei confronti la ritengo una sentenza ingiusta. Io quella notte sono stato ingannato”. Chiede rispetto il suo avocato: “Penso che l’uomo che catturò il boss Bagarella con otto giorni di appostamento ininterrotto lo meriti. Quella notte venne ingannato da chi costruì false prove”. A proposito del finto accoltellamento, durante l’interrogatorio Gratteri disse: “Io penso che l’episodio dell’accoltellamento simulato sia stato determinato dal fatto che qualcuno ha esagerato… Che l’episodio dell’accoltellamento potesse in qualche maniera parare, giustificare, coprire l’eccesso di violenza usato”.

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Giovanni Luperi: nel 2001 era vicedirettore dell’Ugicos. E’ stato condannato a 4 anni per falso aggravato e dovrà scontare un anno ai domiciliari. Durante il processo è diventato capo del dipartimento analisi dell’Aisi (ex Sisde) e nel 2012 è andato in pensione. Affermò che il sacchetto con le molotov era passato di mano in mano tra gli ufficiali presenti, per arrivare infine a lui. Stando alla sua testimonianza, lo consegnò alla dottoressa Mengoni della Digos di Firenze, la quale affermerà di averle a sua volta consegnate ad un ispettore della Digos di Napoli che non conosceva personalmente e che non verrà mai identificato durante le indagini. Sulla presenza delle molotov all’interno della scuola, Luperi affermrò: “Le ho viste, queste due bottiglie molotov, stese su uno striscione. Ritengo che fosse un qualche suggerimento ad uso stampa. Qualcuno aveva intenzione di far riprendere le immagini fotografiche del materiale sequestrato all’interno della Diaz”. Riferì, inoltre, di essere andato alla Diaz solo per seguire il suo superiore il prefetto La Barbera e di aver cercato, pur senza averne la responsabilità, di coordinare le azioni perché le forze dell’ordine erano in un “bailamme in cui nessuno capiva più nulla”.

Spartaco Mortola: nel 2001 era il capo della Digos di Genova. E’ stato condannato a 3 anni e 8 mesi per falso aggravato e dovrà scontare 8 mesi agli arresti domiciliari. Durante il processo è stato promosso questore vicario e nominato a capo della Polfer di Torino.

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Sono finiti agli arresti domiciliari anche l’ex dirigente del Servizio Centrale Operativo Gilberto Caldarozzi, l’ex capo della squadra Mobile di Genova e oggi pensionato Nando Dominici, l’ ex capo della squadra mobile di Firenze e oggi responsabile della sicurezza del Milan Filippo Ferri, l’agente che finse di essere stato accoltellato all’ingresso nella scuola Diaz Massimo Nucera, l’ex capo della Mobile di Viterbo Salvatore Gava, l’ex capo della Mobile de l’Aquila Fabio Ciccimarra e l’ispettore capo Maurizio Panzieri.


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