I genitori hanno il diritto di dare ai figli il cognome materno. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per aver negato ad una coppia di coniugi la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Nella sentenza i giudici invitano l’Italia ad “adottare riforme” legislative per porre rimedio alla violazione riscontrata.
Il ricorso alla Corte di Strasburgo era stato presentato da una coppia di Milano dopo che l’anagrafe non aveva loro permesso di registrare la figlia con il cognome materno anziché quello paterno. Era il lontano 1999 e la coppia ha dovuto attendere ben 15 anni per vedere finalmente affermato un proprio diritto.
Nella sentenza si legge che “se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne“. La Corte ha infine stabilito che la possibilità introdotta in Italia nel 2000 di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi che devono avere il diritto di dare ai propri figli anche uno solo dei cognomi, quindi anche solo quello materno.
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