Le bufale di Grillo sulla tubercolosi

 

“Confidiamo sui suoi mezzi per svegliare ulteriormente le coscienze”, afferma in un’intervista rilasciata al Tempo Giorgio Innocenti, segretario nazionale Consap, riferendosi a Beppe Grillo e alla campagna mediatica #tbcnograzie. Secondo il sindacato dei poliziotti ben 50 mila agenti sarebbero a rischio contagio, costretti a dover accogliere i migranti che quotidianamente sbarcano sulle coste italiane senza le dovute misure di sicurezza. Numeri allarmanti, che in pochi minuti hanno fatto il giro del web. E se il M5s ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro Alfano, proliferano gli elementi che fanno pensare a una psicosi collettiva orientata alla caccia allo straniero.  “Eravamo nati per combattere distrazioni e paure, poi ci sono piaciute”, fa dire Mauro Biani a Beppe Grillo in una lucidissima vignetta pubblicata dal Manifesto il 3 settembre. Ed effettivamente è difficile dar torto alla pungente matita di Biani.

Pur non potendo ignorare l’annoso problema legato la carenza di risorse destinate alle attività quotidiane dei poliziotti, emerge dalle recenti attività mediatice di Grillo, riprese a livello istituzionale dai suoi uomini parlamento, una chiara strategia politica orientata al mantenere uno stato di costante fobia del migrante. Fortunatamente, a smentire Grillo ci sono i numeri e le testimonianze di chi quotidianamente presta soccorso ai migranti appena sbarcati.

LE BUFALE SUI MIGRANTI. Tra questi c’è Medici senza frontiere, che spiega che la maggior parte delle circa 12.000 persone sbarcate a Pozzallo nei primi mesi 2014 sono “generalmente giovani, in buono stato di salute” e che “la quasi totalità delle malattie diagnosticate all’arrivo è legata alle difficili condizioni di vita e del viaggio che devono affrontare: infezioni dermatologiche, dolori articolari, piccole ferite, debilitazione generale e così via”. Così come è “del tutto falso” che chi arriva da Siria, Somalia o Eritrea gira liberamente per il paese senza alcun controllo sanitario.

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TBC, FALSA EMERGENZA. L’idea che gira è che all’improvviso sia ritornata la tubercolosi. In realtà la tbc non è mai stata debellata, è presente in italia da decenni e non sono stati quindi gli stranieri dell’ultim’ora a portarla sulle nostre coste. Nessun “riemergere della malattia”. Anzi: “nell’ultimo cinquantennio (1955-2008), il numero annuale di casi di Tbc, registrati dal sistema di notifica nazionale, è diminuito da 12.247 a 4.418”, spiega Stefano Di Carlo, capo missione Msf in Italia. E no, la tubercolosi non si trasmette con una stretta di mano e prendendo lo stesso autobus. E, aggiunge Di Carlo “le persone positive al test cutaneo alla tubercolina (Mantoux) non sono contagiose. Solo il 10% di chi acquisisce l’infezione sviluppa in seguito la malattia tubercolare, diventando potenzialmente contagioso per altri”.

EBOLA IN SICILIA. Ma Msf ha da dire anche su un altro grande allarme sanitario: la presenza di Ebola in Italia. Ebbene, della terribile malattia non è stato mai diagnosticato un caso in Italia e l’approdo del virus in Sicilia tramite migranti è remotissimo, si tranquillizzi Magdi Allam: l’Ebola provoca malattia sintomatica e morte nell’arco di pochi giorni dall’infezione, sicuramente molto meno dei mesi necesssari affinché un migrante raggiunga l’Europa dall’Africa occidentale. Anzi, secondo Msf la politica della chiusura delle frontiere è “il peggior approccio possibile” e le quarantene portano i parenti dei malati a nasconderli. Insomma, anche per arginare l’Ebola alzare le barricate porta solo effetti negativi. Sì alla protezione di chi fugge da guerra e persecuzioni, no a paure e ignoranza strumentali.


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