Nove film su muri e confini

Cisgiordania; Messico e le sue due violente frontiere, a sud con il Guatemala, a nord con gli Usa; i “transiti” dal sud del Mediterraneo verso il nord Europa; il Kosovo. Sono alcuni dei tanti muri, materiali o invisibili, cresciuti dopo la caduta di quello più famoso, Berlino. Muri che le telecamere di giovani cineasti indipendenti hanno rappresentato attraverso gli occhi di chi tenta di distruggerli o, almeno, oltrepassarli.

Da lunedì 3 a venerdì 28 novembre 2014 la Biblioteca Guglielmo Marconi e la Biblioteca Nelson Mandela ospiteranno la rassegna cinematografica Muri e frontiere. Un’umanità in fuga, a cura del Servizio Intercultura – Roma Multietnica. Il programma prevede proiezioni di film alla Biblioteca Marconi e documentari alla Mandela, alla presenza dei registi, e con la partecipazione di giornalisti esperti di frontiere e migrazioni. Si parte lunedì 3 novembre alla Biblioteca Marconi. Intervengono Gabriella Sanna, responsabile Servizio Intercultura Biblioteche di Roma e Joshua Evangelista, giornalista, frontierenews.it. Qui il programma completo.

Ed eccoli, i nove film scelti:

Il figlio dell’altra, di Lorraine Lévy 
Francia 2012 – 105’
Joseph Silberg è un ragazzo israeliano che vive spensierato i suoi pochi anni e il suo sogno di scrivere canzoni, da cui lo separa il servizio di leva obbligatoria nell’esercito. Figlio di un ufficiale e di una dottoressa che lo amano incondizionatamente, scopre durante la visita militare che il suo gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori. Scambiato diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, Joseph è sconvolto e confuso. La rivelazione getta nel caos le rispettive famiglie che provano a incontrarsi e accorciare le distanze culturali.

Fronteras Mexico, di Alessandro Galassi
2013 – 55’
Storie di donne e uomini in cammino che attraversano il Messico. Sono oltre 200 mila ogni anno, partono dai paesi del Centro America per raggiungere gli Stati Uniti alla ricerca di un lavoro. Il documentario racconta le loro storie e le frontiere del paese. La frontiera sud con il Guatemala Tapachula, dove il governo nell’ultimo anno sta aumentando i controlli e la frontiera con gli Stati Uniti Juarez, la città con il più alto numero di omicidi al mondo.

LEGGI ANCHE:   Il vero significato di Bambi (e perché Hitler ne era ossessionato)

Il sole dentro, di Paolo Bianchini
Italia 2012- 100’
1999. Yaguine e Fodé, due adolescenti della Guinea, decidono di scrivere una lettera “Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa” per descrivere la condizione dei bambini nel loro Paese e chiedere aiuto. Vogliono però consegnarla personalmente e, per far ciò, si nascondono nel vano carrello di un aereo che ha Bruxelles come destinazione. 2009. Thabo, ragazzino prelevato dal suo villaggio guineiano come possibile promessa del calcio, viene abbandonato in mezzo a una strada perché ritenuto non sufficientemente dotato. Il compagno di allenamenti Rocco lo rintraccia e inizia con lui un avventuroso viaggio verso N’Dola, il luogo in cui Thoba ha la sua famiglia.

Terra di transito, di Paolo Martino
Italia 2014 – 54’
Come migliaia di suoi coetanei in fuga dalla guerra, Rahell ha intrapreso un duro viaggio dal Medio Oriente all’Europa senza visti né passaporto, tentando di congiungersi a un ramo della famiglia che vive da anni in Svezia. Sbarcato in Italia però, ha scoperto che a dividerlo dalla sua meta c’è il regolamento di Dublino, la norma che impone ai rifugiati di risiedere nel primo paese d’ingresso in Unione Europea. Anche se per Rahell l’Italia non è altro che una Terra di Transito.

La zona, di Rodrigo Plá
Spagna/Messico 2007- 95’
Alejandro è un adolescente che vive nella Zona, un ricco quartiere di Città del Messico recintato e protetto da guardie private; oltre i confini della Zona, regnano miseria e povertà. Il giorno del suo compleanno, tre ragazzi riescono ad introdursi nella Zona per compiere un furto, ma qualcosa va storto, ed una donna rimane uccisa. Dei tre ragazzi, due vengono uccisi dalle guardie, mentre l’unico superstite, Miguel, fugge ma non riesce a lasciare la Zona. Troverà rifugio proprio in casa di Alejandro, e mentre tutti i residenti della Zona gli danno la caccia per farsi giustizia da soli, tra i due coetanei s’instaurerà uno strano legame. Presentato al Festival di Venezia del 2007 nella sezione “Giornate degli Autori”.

LEGGI ANCHE:   Che cosa rimane dopo quattro anni di Trump

Muri, di Francesco Conversano, Nene Grignaffini
Italia 2012 – 85’
A cinquant’anni dalla posa della prima pietra del muro di Berlino nel 1961, ancora oggi il mondo sembra inesorabilmente attraversato da muri, muri visibili e muri invisibili. Muri che dividono, che esasperano le differenze, che alimentano odi etnici e religiosi; muri che innalzano barriere tra le razze e i colori della pelle; muri che creano conflitti in ogni parte del mondo. Ma in questa eterna, dolorosa e fiduciosa storia di dialogo e conflitto è importante che cresca la consapevolezza che, forse, i muri più difficili da abbattere sono quelli dentro di noi. Il film racconta due luoghi lontani del mondo in cui permangono due esempi di separazione: la linea di frontiera che divide gli Stati Uniti dal Messico e Mitrovica, in Kosovo.


La gabbia dorata – La Jaula de Oro, di Diego Quemada-Diez
Messico 2013- 102’
Tre adolescenti guatemaltechi, Juan, Sara e Samuel, cercano di raggiungere gli Stati Uniti d’America per inseguire il sogno di un’altra vita, lontano dalla povertà in cui sono cresciuti. Alla frontiera, dopo il primo scontro con gli agenti, Samuel tornerà a casa, mentre Juan e Sara, cui si è aggiunto Chauk, un indio del Chiapas che non parla lo spagnolo, andranno avanti. Il loro sarà un percorso pieno di insidie, un cammino nella disperazione, contro tutto e tutti. Al centro dell’opera prima di Diego Quemada-Díez c’è il concetto di frontiera. Intesa come limite e separazione, linea immaginaria che separa i ricchi dai poveri, terre economicamente sviluppate da altre ferme sotto il giogo di una grande arretratezza.


Mare Chiuso, di Stefano Liberti, Andrea Segre
Italia 2012- 60′
Tra maggio 2009 e settembre 2010 oltre duemila migranti africani vennero intercettati nelle acque del Mediterraneo e respinti in Libia dalla Marina e dalla Polizia italiana; in seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi, infatti, le barche dei migranti venivano sistematicamente ricondotte in territorio libico, dove i richiedenti asilo non godevano di alcun diritto e la polizia esercitava indisturbata varie forme di abusi e di violenze. Non si è mai potuto sapere ciò che realmente succedeva ai migranti durante i respingimenti, perché nessun giornalista era ammesso sulle navi e perché tutti i testimoni furono poi destinati alla detenzione in Libia. Nel marzo 2011 con lo scoppio della guerra in Libia, tutto è cambiato. Migliaia di migranti africani sono scappati e tra questi anche rifugiati etiopi, eritrei e somali che erano stati precedentemente vittime dei respingimenti italiani e che si sono rifugiati nel campo UNHCR di Shousha in Tunisia.

LEGGI ANCHE:   "Tolo Tolo non è un film in difesa dei migranti"


Lampedusa-Parigi: diario di viaggio, di Emiliano Pappacena
Italia 2012- 52’
Documentario “on the road” durante il quale il regista viaggia fianco a fianco ad un gruppo di giovani tunisini fuggiti in seguito alle rivoluzioni della primavera araba.
Durante questo viaggio, che vede il suo principio a Lampedusa e si conclude un anno dopo a Parigi, si condividono emozioni, sogni e paure di questi giovani immigrati che una volta giunti a destinazione dovranno fare i conti con un’Europa ben diversa dalle loro aspettative.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.