La moschea di Catania (a piazza Cutelli, nel centro storico) è la più grande del sud Italia, frequentata da centinaia di fedeli (tra cui molti bangladesi, mauriziani, marocchini, egiziani, somali e senegalesi). Come riporta Giacomo Zandonini sul Redattore Sociale, alla cena comunitaria del primo venerdì di Ramadan hanno partecipato anche italiani, perché “la moschea della Misericordia e gli spazi del centro islamico sono infatti un riferimento per un quartiere popolato da molte famiglie indigenti, in gran parte italiane”.
“Al di fuori delle cene per il mese sacro – spiega a RS Abdelhafid Keith, imam della moschea e presidente della Comunità Islamica di Sicilia – non possiamo offrire da mangiare, non avendo una cucina adeguata; abbiamo così deciso di muoverci in altro modo.”
L’idea – che ha avuto una fase di avviamento intorno al Natale 2013, affermandosi poi come servizio continuativo nell’estate dell’anno successivo – è la seguente, come spiega Ismail Bouchnafa, direttore del Centro islamico annesso alla sala di preghiera: “Abbiamo stretto un accordo con il Banco alimentare che ci consegna parte dei viveri raccolti durante la colletta alimentare nei supermercati: noi prepariamo i pacchi e, due volte al mese, li distribuiamo a chi ne fa richiesta”. “In alcuni periodi” – afferma Ismail all’agenzia giornalistica Redattore Sociale – “siamo arrivati a supportare fino a 500 nuclei: vagliamo le richieste, teniamo un database di chi accede al servizio e inoltriamo poi le liste al Banco alimentare”. A beneficiare del servizio sono – nell’80% dei casi – famiglie italiane.
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