di Mohammed Matter
Vento estremamente forte ad Idomeni, le tende volano via e la scuola di uno dei campi è totalmente distrutta. Per cortesia, mentre siete comodamente nei vostri letti, dedicate un pensiero alle migliaia di rifugiati che stanno dormendo per terra senza niente che possa proteggerli dal vento.
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“Due mesi fa sapevo molto poco della situazione dei rifugiati in Grecia e in Turchia. Ne sapevo ancora meno sul perché le persone del Medio Oriente stavano fuggendo dai loro paesi per intraprendere un viaggio duro e talvolta mortale per tentare di raggiungere l’Europa. L’informazione che riuscivo a carpire dagli Stati Uniti era basata sulle scritte scorrevoli nella parte passa dello schermo della tv durante il tg o da brevi filmati. Negli ultimi due mesi ho fatto volontariato come infermiere prima in Turchia e ora in Grecia. Sto lottando per spiegare ai miei amici e alla mia famiglia cosa sta succedendo qui, come se la passano i rifugiati. Vengono da paesi diversi e hanno storie diverse ma tutti loro stanno fuggendo perché rimanere a casa non è più sicuro. Non vogliono stare qui, non volevano lasciare le loro case. Non cercano elemosina ma un posto sicuro dove vivere e crescere i propri figli. Nessuno farebbe ciò se non costretto. Ora che il confine è chiuso sono molti intrappolati nei campi, altri non ce l’hanno fatta ad arrivare fin qui o sono stati riportati in Turchia. Non importa se sei siriano, afghano, americano o europeo. Se pratichi o meno una religione. Siamo tutti esseri umani. La politica su questa crisi sta dimenticando che si tratta di persone, giovani e anziane. Persone che non hanno fatto nulla di male e che semplicemente vorrebbero avere un paese sicuro dove vivere. Per favore Europa e resto del mondo, basta giochi politi su questa gente e aprite i confini”.
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“Ho un grande papà, il migliore al mondo. Ha spinto la mia sedia a rotelle per interi giorni, dalla Siria alla Grecia. Mi ha portato e sostenuto quando ne avevo bisogno. Quando ho pianto, mi ha detto: ‘Non piangere, lo sto facendo solo per te. Non voglio che tu muoia in Siria, voglio che tu venga operata, che tu possa camminare di nuovo e avere una vita bella. Non piangere, sii felice, è l’unica cosa che voglio da te’. Nascondo le mie lacrime perché lo amo”.
Aggiornamento del 23 aprile: dopo aver pubblicato la sua storia, un mio amico ha deciso di portarle dall’Irlanda una sedia a rotelle elettrica che costa 11.500 sterline. Ci sono molte belle persone in questo mondo, l’umanità non è ancora morta.
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“Sorrido, scherzo e rido perché intorno a me tutti sono arrabbiati, stressati e sconsolati. C’è troppa energia negativa, troppa tristezza. Qualcuno deve sorridere e ridere e io ho deciso di essere quel qualcuno anche se dietro i miei sorrisi e le mie risate c’è dolore. Molto dolore”.
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“Non so se apriranno i confini, ma io resisto per due motivi: 1) So che Dio sa quello che fa 2) Non ho i soldi per andare da nessuna parte. Non posso tornare in Turchia o in Siria né pagare i trafficanti per togliermi da questo brutto posto. Mio marito è stato ucciso e io e i miei figli rimarremo qui fin quando non apriranno i confini”.
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“L’ho incontrata per strada in Siria, le ho detto ‘ti amo’ in Turchia, ci siamo fidanzati in Grecia e ci sposeremo in Germania, inshallah”.
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“Ho avuto una doccia per la prima volta dopo due mesi e non posso farti capire quanto sia felice e appagato. Non avrei mai pensato che un giorno farsi una doccia e dormire in un letto comodo sarebbero state le mie più grandi aspirazioni. Grazie all’attivista greco che ha accolto me, mia moglie e i miei figli nella sua casa per poche ore, mettendoci a disposizione il bagno e dandoci del cibo”.
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Sono stato intervistato dalla Refugees TV di Idomeni ed è stata l’intervista più difficile della mia vita. Non ho saputo rispondere a nessuna delle loro domande!
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“Torniamo in Siria, morire è meglio dell’umiliazione che viviamo ogni giorno a Idomeni. Ne abbiamo abbastanza”
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“Ascolta, amico mio, nessuno prende moglie e figli per condurli in un viaggio di morte; a meno che non abbia vissuto qualcosa di peggio. Capiscimi, ho venduto la mia casa, sono scappato da Raqqa dove l’Isis ci ha fatto vedere l’inferno, sono andato in Turchia. In questo percorso abbiamo rischiato di morire tante volte. Ora viviamo un’umiliazione quotidiana; dormiamo in una piccola tenda, per terra, senza materassi e cuscini; facciamo una fila che dura ore per avere un po’ di cibo; non possiamo farci una doccia; ogni giorno è una grande sofferenza. La mia speranza è che tu e le persone che ascolteranno da te questa storia cambino le cose, facciano pressione ai loro governi. Vogliamo che i confini vengano aperti. Siamo stanchi, vogliamo riposarci”.
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Non solo Medici senza Frontiere, Reporters senza Frontiere, Insegnanti senza Frontiere. Anche i clown possono essere senza frontiere e altrettanto meravigliosi.
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“Fratello, quello che dicono non è vero: sono un uomo arabo eppure lavo i miei vestiti e quelli di mia moglie; non c’è niente di sbagliato nel farlo”.
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Taglio di capelli gratuito a Idomeni.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
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L’umanità ha fallito … Un altra volta , unica soluzione estinzione immediata , siamo ignobili
Da leggere………..forse a qualcuno aprirà gli occhi…………….