I quattro luoghi di Torino che raccontano le assurdità della Fortezza Europa

C’è chi è giunto a Torino per scelta, chi vi è rimasto ingabbiato percorrendo un viaggio destinato altrove, e chi in questa città contribuisce ad abbattere il paternalismo della società e l’inflessibilità delle istituzioni. Sono loro i protagonisti di “Limbo”, una serie di videointerviste e podcast che delinea virtuosismi e zone d’ombra del tessuto interculturale del capoluogo piemontese.

Vivere in Italia da persona migrante spesso comporta districarsi tra il tortuoso labirinto della burocrazia e una narrazione che soffoca le storie dei singoli all’interno di un crogiolo di etichette e definizioni grossolane, quando non di manifesta intolleranza.

Per offrire una prospettiva diversa, capace di rivelare le storture dei contorni legali dei processi migratori e al contempo di valorizzare l’unicità di ogni storia umana, Engim Internazionale ha realizzato “Limbo”: una serie video e un podcast incentrati su luoghi, volti e storie che compongono il respiro interculturale della città di Torino e dintorni. “Limbo” è un progetto di giornalismo seriale concepito e prodotto insieme ad attivisti/e under 35 nell’ambito di un percorso laboratoriale partecipativo finanziato dall’UE attraverso la Regione Piemonte.

Limbo, la serie video 

Una mappa dei principali luoghi di aggregazione di Torino, degli spazi che accomunano chi è torinese di nascita e chi è arrivato in città alla fine di un viaggio, talvolta rischiando di perdere la propria vita. Persone diverse si incontrano, riscoprendosi simili per le loro abitudini, ma non per i diritti di cui godono. Chi è straniero vive in un limbo ostacolato da muri reali, come la frontiera Italia-Francia a Oulx, o invisibili, fatti di complessa burocrazia e assenza di tutele e assistenza.

Passando dall’immenso mercato di Porta Palazzo, simbolo di convivenza e sintesi tra culture diverse, al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Corso Brunelleschi, dove persone in transito vengono trattenute in attesa del foglio di via, la telecamera passa in rassegna storie, racconti, volti e voci. Il divario tra il lustro del centro cittadino e, a pochi passi, le code che si formano ogni giorno davanti alla Questura per il rinnovo dei permessi di soggiorno non è che uno dei segnali della frattura tra chi gode dei diritti e li dà per scontati e chi deve conquistarli quotidianamente.

I video sono stati realizzati in collaborazione con il videomaker Saverio Maggio.

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Episodio 1 – Corso Verona

Il video è ambientato in Corso Verona, dove persone provenienti da ogni parte del mondo attendono, nell’incertezza, il loro turno per richiedere o rinnovare i propri documenti. A pochi passi, in Piazza Castello, il resto della gente inizia la propria giornata con serenità.

Episodio 2 – Corso Brunelleschi

Maria Bonafede è una Pastora Valdese che grazie all’associazione LasciateCIEntrare ha avuto accesso, in quanto autorità religiosa, al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. Dal suo racconto emerge un sistema basato sulla discrezionalità, una generale assenza di diritti e certezze.

Episodio 3 – Corso Ortigara

Le alpi al confine tra Italia e Francia sono una delle principali destinazioni per le vacanze di chi vive a Torino. I rifugi ospitano spesso turisti dopo una giornata tra sci e sentieri. A Oulx, però, personale sanitario e volontari ogni giorno agiscono per chi è costretto ad attraversare quelle montagne nel tentativo di arrivare in Francia, di nascosto, rischiando di essere respinto dalla polizia francese.

Episodio 4 – Piazza della Repubblica

Il mercato di Porta Palazzo è forse il simbolo più evidente dell’interculturalità a Torino. Luogo in cui commercianti, clienti e attivisti di ogni origine si incontrano da anni, è al tempo stesso specchio di come la diversità possa avere un impatto positivo sul territorio.

LimboLe vite sospese di chi si fa migrante, il podcast

Nel podcast Limbo – Le vite sospese di chi si fa migrante, il racconto parte da Torino per mettere a nudo alcune problematiche-chiave nella gestione del fenomeno migratorio da parte dell’Unione Europea e dell’Italia. Attraverso le testimonianze di attivisti, operatori, migranti e cittadini comuni, Limbo porta l’ascoltatore nei luoghi-simbolo della città in cui i diritti delle persone straniere vengono calpestati in nome di una politica di rifiuto ed esclusione.

Il podcast, realizzato da Silvia Baldetti (autrice e sceneggiatrice, diplomata alla Scuola Holden) e Luca Rondi (esperto di migrazioni, redattore di Altreconomia e La Via Libera), è una produzione Engim Internazionale in collaborazione con Altreconomia e Border Radio.

Episodio 1 – Senza casa e senza diritti

Nur ha 25 anni. È originario di una regione del Sud del Pakistan. Dopo aver viaggiato per più di due anni, a metà giugno 2022, è arrivato a Torino. Ha affrontato violenze e rischiato più volte la vita lungo la Rotta Balcanica, che collega la Turchia al centro Europa. Dopo due mesi, Nur non ha ancora ricevuto accoglienza e non ha potuto registrare la sua domanda di asilo. Vive per strada, come tanti altri connazionali. Anche chi è in Italia da più tempo di lui fatica a trovare abitazioni dignitose. Ma essere senza casa significa non avere accesso ai diritti fondamentali, come la salute o il lavoro. Il limbo della mancata accoglienza lascia le persone in balia della frontiera burocratica, l’ennesima da superare per costruirsi un futuro dignitoso.

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Episodio 2 – La farsa del confine

In Alta Val Susa, là dove molti percorrono le piste da sci di Claviere o d’estate passeggiano tra i boschi, altre persone aspettano il favore della notte per passare il confine che divide l’Italia dalla Francia. Qualcuno sfida la luce e si camuffa tra i turisti. Ma tutti rischiano la vita nel tentativo di scappare dagli occhi attenti della polizia francese. Per i pochi fortunati che riescono a passare, tanti altri, almeno una volta, vengono respinti indietro, verso l’Italia. Il limbo della frontiera è fatto di attesa e paura per chi vuole raggiungere parenti e amici in altri Paesi europei, oppure scappa ancora in cerca di diritti. È nel muro invisibile tra Italia e Francia che si ripete da anni la farsa del confine.

Episodio 3 – Il buco nero del CPR

Moussa Balde è morto il 23 maggio 2021. Si è suicidato all’interno del Centro permanente per il rimpatrio (Cpr) di Torino. Il Cpr si trova in un quartiere residenziale della città, ma la maggior parte delle persone non sa cosa avviene oltre quelle mura. Decine di persone sono in attesa di essere rimpatriate. Per i pochi che vengono effettivamente rimpatriati è la fine del sogno europeo. Per altri, invece, la permanenza nel Cpr è solo una dolorosa parentesi di tempo vuoto. Nessuna attività, nessuna possibilità di parlare con il mondo al di fuori delle recinzioni. Un limbo in cui in cui manca un’adeguata assistenza sanitaria, psicologica e legale. Un buco nero che risucchia la dignità delle persone.

Episodio 4 – Accordo Politecnico-Frontex. E i diritti umani?

È nel luglio del 2021 che le distanze geografiche tra Torino e la Rotta Balcanica, la stessa percorsa da Nur per arrivare dal Pakistan in Europa, si contraggono di colpo. Il Politecnico di Torino sigla un accordo con Frontex, l’Agenzia europea che sorveglia le frontiere esterne dell’Unione europea. Il contratto da quattro milioni di euro, che richiede al Politecnico di produrre cartografie aggiornate per l’Agenzia Frontex, genera dissenso all’interno dell’Ateneo. Frontex è il simbolo di politiche europee di esclusione e rifiuto per chi arriva in Europa fuggendo da conflitti e povertà. Nonostante le proteste, il Politecnico sceglie di proseguire la collaborazione con l’Agenzia. Che cosa racconta questo accordo della città di Torino? Che succede quando il limbo vissuto dagli altri ci riguarda da vicino?

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Migrazioni e nuove narrazioni, la serie illustrata

All’interno del progetto “Limbo” e nel solco della medesima prospettiva narrativa si inserisce la serie illustrata “Migrazioni e nuove narrazioni”, firmata da La Volpe Illustrator, con le poesie di sei autori/autrici che sono state tradotte in linguaggio figurativo, per farsi disegno. Le sei tavole sono ispirate ai versi di sei poeti/poetesse e attivisti/e con alle spalle storie di migrazione, sradicamento, diritti negati o conquistati. Le illustrazioni restituiscono il senso di paura, nostalgia, rabbia e speranza che si trova nei versi di Sabrina Efionayi, Suad Omar, Mohamed Amine Bour, Azam Bahrami, Muna Khorzom e Antônio Fabrício. Le immagini, così come i testi a cui si ispirano, tengono insieme confessione intima e denuncia pubblica del proprio vissuto.

Per visionare il resto della serie illustrata rimandiamo ai canali Instagram e Facebook de La Volpe Illustrator.


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