Search Results for: Pena di morte

Le parole per dire “Bianco” e “Nero”

Accademici, attivisti e scrittori si interrogano sul lessico da usare per contrastare vecchie e nuove forme di razzismo. Mentre sono in vacanza per le consuete ferie estive, su un social media noto un evento milanese dal titolo Il Bianco e il Nero - Le parole per dirlo. Mi piacerebbe molto partecipare e, infatti, appena rientrata in Italia mi precipito lì con mio figlio. Appena entriamo una persona dallo sguardo cordiale a delicato si avvicina e si presenta dandoci il benvenuto. Reginaldo, un lampo sereno che crea luce attorno a sé. L’impaccio iniziale scivola via e sorrido anch’io, molto più a mio agio. L’evento è ospitato presso la Casa della Memoria di Milano, uno spazio pubblico aperto alla città che promuove eventi culturali e manifestazioni dedicate alla preservazione e alla memoria…
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Bambini soldato, così nuove tecnologie e capitalismo ci riportano alla preistoria

L'annichilimento della coscienza funziona così: al bambino o alla bambina viene praticato un taglio sulle tempie e qui vi viene appoggiato lo stupefacente, che viene poi avvolto da bende o tenuto fermo da cerotti. Lo fanno perché non sempre è facile prendere le vene di un bambino di 10 anni con un ago. Oppure semplicemente, perché così si fa prima. La droga in questione varia a seconda dell'esercito che ha arruolato il piccolo soldato. In Liberia o in Sierra Leone va alla grande la Brown-Brown: eroina tagliata con  polvere da sparo per renderla più potente. In Africa orientale preferiscono l'erba khat che a quelle latitudine cresce un po' dappertutto e non costa niente. In ogni caso, la droga aiuta il bambino a vincere la paura ed a ignorare gli stimoli…
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Il suicidio teatrale di un generale

Slobodan Praljak, ex comandante croato si alza in piedi, e davanti agli occhi del giudice del Tribunale dell’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia, Serge Brammertz, in fluente croato dice “Slobodan Praljak non è un criminale di guerra”, poi tira fuori dalla tasca qualcosa, sembra una fiala, apre la bocca e beve. “Ho bevuto il veleno” – dice Praljak mentre il giudice, gli avvocati, le vittime, i testimoni e il resto del mondo, tutti con gli occhi sgranati, non potevano credere che questa fosse l’ultima scena dell’ultimo processo per i crimini di una guerra. Improvvisamente, l’aula della Corte con il suo giudice è diventata una scena del crimine. Proprio nel giorno della festa dell’ex Repubblica jugoslava, 29 novembre 2017, il generale Slobodan Praljak, appena condannato a ventidue anni di reclusione…
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Storia di una indocumentata nel deserto di Sonora- Arizona

L’attraversamento della frontiera tra Messico e Stati Uniti raccontato dalla scrittrice guatemalteca Ilka Oliva Corado, indocumentata tra migliaia di indocumentati che ogni giorno tentano l’impresa. Su gentile concessione degli editori vi proponiamo il terzo capitolo del libro "Storia di una indocumentata – Attraversamento del deserto di Sonora- Arizona", pubblicato a maggio da Edizioni Arcoiris (traduzione di Maria Rossi).   Salimmo su un taxi che per sei ore ci portò lungo le autostrade del deserto di Sonora. I taxi che transitano da quelle parti sono prevalentemente fuoristrada Suburban e Hummer. Per quel terreno, servono auto a doppia trazione. Per sette volte l’autista dovette fermarsi in posti di blocco della polizia e per sette volte tenni la parte della perfetta messicana. Mi chiesero tutto quello che avevo studiato sul Paese. Vidi fermare decine…
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Shaheen, vita di un giovane (ex) talebano

Shaheen è un giovane richiedente asilo arrivato in Svezia dall'Afghanistan. Sin da bambino è stato addestrato in Pakistan per diventare un soldato talebano, vivendo recluso in una madrasa. Ora rischia di essere espulso. In Afghanistan c'è una taglia su di lui, lo aspetta morte certa. i chiamo Shaheen e sono stato addestrato in Pakistan per diventare un soldato talebano. Quando avevo 15 anni mi è stato detto che ero pronto per uccidere i nemici: soldati americani, europei e afgani. Ma non volevo, così sono scappato. Questa è la mia storia.   Quando avevo dieci anni sono stato costretto ad unirmi ai talebani. Mio padre era morto e suo fratello - mio zio - mi ha obbligato a lasciare la città afgana di Jalalabad, dove ero nato e cresciuto, per essere istruito…
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