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Iraq, storia di una guerra-lampo durata nove anni

di Valentina Severin La guerra in Iraq è finita, il 15 dicembre, per la precisione. Ed entro il 31 dicembre i circa quattromila soldati americani rimasti faranno armi e bagagli e torneranno finalmente a casa. Lo ha promesso il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo scorso 21 ottobre. A dire il vero Obama aveva dichiarato ufficialmente conclusa la missione statunitense e annunciato il ritiro delle truppe già il 31 ottobre 2010, ma tutto fa pensare che questa sia la volta buona. COME È INIZIATA - L’invasione dell’Iraq, da parte della Coalizione formata da Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Australia, Italia e pochi altri, è avvenuta ufficialmente il 20 marzo 2003. A monte sta una lunga ostilità armata, risalente all’invasione del Kuwait da parte dell’esercito di Saddam Hussein, nel 1990,…
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Soldati Usa in Uganda, ma non per combattere il dittatore Museveni

di Giuliano Luongo Mentre gran parte dell’attenzione dei mass-media è focalizzata sulle “velleità iraniane” della Casa Bianca, non bisogna dimenticare che le forze statunitensi sono, ormai già da un paio di settimane, coinvolte direttamente in un nuovo scenario della “guerra al terrorismo”: l’Uganda. Il Presidente Obama ha deciso di inviare 100 militari nello stato africano per supportare le forze armate ugandesi nella lotta all’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistance Army – Lra): riguardo ai fini, non sono stati evocati solo i “consueti” motivi umanitari, ma anche quello dell’autodifesa, in quanto Washington vede il Lra come una “minaccia” per il proprio territorio. L’aiuto militare all’Uganda non è cosa nuova: dal 2008 Washington sta elargendo al suo partner africano fondi da investire in programmi di intelligence e di difesa per neutralizzare l’azione…
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Stati Uniti: Hank Skinner sarà giustiziato senza una prova di colpevolezza

Hank Skinner è un 47enne proveniente dal Texas che rischia l'esecuzione in carcere senza nemmeno una prova della sua colpevolezza. Potrebbe essere fondamentale sottoporre l'uomo al test del Dna, cosa che però non è stata fatta. Skinner potrebbe morire anche se c'è stato un ricorso vincente dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti. L'uomo è stato condannato per aver ucciso, il 31 dicembre del 1993, la fidanzata Twila e i due figli della donna, presso la loro abitazione a Pampa. Cosa da ricordare è che l'uomo non ha mai negato il fatto di trovarsi in casa anche lui al momento del delitto ma si è sempre dichiarato innocente. Negli Stati Uniti casi di questo genere si sono già verificati nel passato, anche recente. In Georgia il 21 settembre è stato giustiziato…
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Scariche elettriche e torture: il destino dei seguaci di Gheddafi

di Emilio Garofalo Dopo la rivolta, la vendetta. O, almeno, il serio rischio che questa venga perpetrata. Nella Libia liberata, infatti, a seguito della cattura e della uccisione del leader Muammar Gheddafi, l’odio, il malcontento, la frustrazione accumulata in questi lunghi mesi di combattimento dai miliziani locali stanno armando, ancora, le loro mani. Sono sorte in tutto il Paese nordafricano prigioni, rifugi, nascondigli improvvisati e gestiti dalle truppe ribelli, in cui sarebbero detenuti circa 7.000 soldati che, nel conflitto, hanno sostenuto il raìs. Per i lealisti nessun processo, nessuna incriminazione ma, secondo le organizzazioni non governative che hanno denunciato la deriva violenta della rivolta, solo torture e abusi d’ogni genere. La gestione di queste galere è affidata, in molti casi, ad adolescenti armati che controllano i prigionieri in luoghi segreti di fortuna, torturandoli e…
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I dittatori mediorientali sparano ai ribelli con le armi europee. E italiane

di Maria Chiara Rizzo Amnesty International punta il dito contro l’Occidente per aver venduto grandi quantità di armi ai governi dei Paesi della “primavera araba”. Questo è il tema oggetto del nuovo rapporto pubblicato dall’organizzazione, dal titolo “Trasferimenti di armi in Medio Oriente e Nord Africa: le lezioni per un efficace Trattato sul commercio di armi”, in cui viene denunciata l’esportazione di armi verso Egitto, Libia, Siria, Yemen e Bahrein a partire dal 2005. Secondo tale rapporto, Stati Uniti, Russia e alcuni Paesi membri dell’Unione Europea, per un totale di circa 20 governi, hanno venduto un’ingente quantità di armi ai governi repressivi del Medio Oriente e del Nord Africa, nonostante la consapevolezza del rischio relativo all’impiego di queste forniture per compiere violazioni dei diritti umani. Insomma, il business che prevale…
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