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“Radici”, sette generazioni afro-americane tra Islam, schiavitù e identità

“Radici” è un romanzo del giornalista afroamericano Alex Haley, pubblicato per la prima volta nel 1976. Il libro, da cui sono state tratte due serie televisive, è diventato rapidamente un best-seller a dispetto delle accuse di plagio, stimolando l’interesse degli Americani per la propria genealogia. In esso l’autore ripercorre la storia del ramo materno della propria famiglia per sette generazioni, concentrandosi per circa un terzo della narrazione sulle vicende di Kunta Kinte, suo antenato musulmano originario del Gambia, catturato e portato in America come schiavo nel 1767. Le vicende - secondo quanto egli riporta nelle ultime pagine - si basano sui racconti orali tramandati da sua nonna Cynthia; ogni notizia sarebbe stata poi suffragata con documenti d’archivio riguardanti la tratta degli schiavi, recuperati fra Africa, Europa e America. Nonostante nel…
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“Boko Haram è contro l’Islam”: sei ragazze musulmane difendono il loro diritto allo studio

Il quotidiano britannico The Guardian ha chiesto a sei studentesse musulmane di Indonesia, Yemen, Mali, Pakistan, Nigeria e Afghanistan di descrivere cosa significa l’educazione per loro e commentare il rapimento di 223 studentesse in Nigeria ad opera di Boko Haram. Ecco il risultato. Bella Ziva, 16 anni, Jakarta, Indonesia La prima volta che ho sentito parlare di rapimenti di ragazzine in Nigeria era su Twitter. L’ho detto alla mia migliore amica e lei è rimasta piuttosto sorpreso perché ancora non sapeva nulla. Abbiamo cercato on-line in modo che lei potesse leggere la storia e quando ha finito di leggere un articolo sul leader di Boko Haram ha esclamato: "Ma quest'uomo è pazzo!". Abbiamo letto sulla CNN che il leader Boko Haram ha detto che avrebbe venduto le ragazze perché glielo avrebbe…
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“Raccontare l’Islam”, Frontiere News al Festival del giornalismo di Perugia

Quanto incide l'eredità dell'11 settembre nella costruzione dell'immagine dell'Islam da parte dei media occidentali? In un clima sempre più islamofobo diventa indispensabile acquisire gli strumenti necessari per informare sui musulmani d'Italia utilizzando le giuste categorie narrative e un linguaggio specifico adeguato. Parleremo di questo domenica 4 maggio alle 15 a Perugia, presso il centro servizi G. Alessi. Il contesto è quello del Festival Internazionale del Giornalismo, un appuntamento imperdibile per chi vuole essere aggiornato sul mondo dell'informazione contemporanea. Il panel vedrà la partecipazione di Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista ormai punto di riferimento in Italia per sapere ciò che accade in Yemen e Iraq; Luca Bauccio, avvocato esperto di diffamazione, co-fondatore di YouReporter e fondatore di Radio Dirittozero; Rassmea Salah, consigliera comunale a Bresso (Milano) e responsabile dell'ufficio stampa del CAIM…
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Germania: in Assia lezioni di Islam alle elementari per favorire l’integrazione

Lezioni di Islam a scuola. E’ l’idea della regione di Assia, Germania centrale. Per la prima volta, la scuola tedesca introduce lezioni di Islam per gli alunni della primaria con il duplice intento di promuovere una migliore integrazione della minoranza musulmana e contrastare la crescente influenza del pensiero islamico radicale nel paese. Le lezioni saranno affidate a docenti abilitati che saranno formati appositamente dal sistema educativo pubblico e saranno utilizzati appositi libri di testo. L’iniziativa, che si sta sviluppando nella regione dell’Assia, ma non è escluso che verrà presa in considerazione anche in altre regioni, risponde all’idea sempre più largamente diffusa che la Germania, dopo decenni di immobilismo su questo fronte, deve fare di più a favore della popolazione musulmana se vuole promuovere l’armonia sociale. Grazie a questa decisione l’istruzione…
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Come dovrebbero vestire le donne? Il sondaggio in 7 paesi islamici

  Qual è l'abbigliamento più indicato per una donna all'interno della società islamica?  Un recente sondaggio dello University of Michigan’s Institute for Social Research, curato in sette paesi a maggioranza musulmana (Tunisia, Egitto, Iraq, Libano, Pakistan, Arabia Saudita e Turchia), mostra che viene ritenuto preferibile che una donna copri i propri capelli ma non necessariamente il volto. In Turchia e in Libano oltre un quarto della popolazione ritiene che sia appropriato non indossare alcun velo in pubblico. Jacob Poushter del Pew Research Center ha pubblicato una dettagliata analisi a riguardo. LEGGI ANCHE: - “Qahera”, eroina in hijab contro Femen e predicatori misogini - La “frumka”, il velo integrale delle ultra-ortodosse che fa infuriare i rabbini
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