Mehdi Mahmoudian, giornalista attualmente recluso nella prigione di Rejaei Shahr con l'accusa di attentato alla sicurezza nazionale, da sempre si occupa di diritti dei detenuti. A lui si deve ciò che sappiamo ad esempio riguardo le terribili condizioni dell'ormai chiuso carcere di Kahrizak. Malgrado la sua attuale condizione, Mahmoudian riesce a raccontare ugualmente i disagi della prigione in cui è rinchiuso, dove vige uno stato di profondo malessere e sofferenza. Così si viene a conoscenza, tra le tante, della storia di un detenuto appena operato: "Dopo 16 anni è stato in grado di abbracciare un bambino. Dopo anni di battaglie con una malattia cardiaca, è stato mandato in ospedale per un’operazione a cuore aperto. Sono andato a visitarlo nella sua cella. Mi aspettavo che parlasse del suo difficile intervento chirurgico…
E’ stata rilasciata Layla Ibrahim Issa Jumul, la ventitreenne condannata a morte in Sudan per lapidazione. L’annuncio in una nota dell’associazione 'Italians for Darfur', la quale, insieme a 'Giulia' (Giornaliste italiane unite libere indipendenti), aveva avviato una petizione per chiedere la liberazione della giovane accusata di adulterio, raccogliendo oltre 10mila firme. L’accusa, è stata tramutata in “atti contro la morale pubblica” dalla Corte d’Appello di Mayo. La notizia è stata confermata anche dagli avvocati difensori di Layla e dai volontari di 'Awid - Women's Right', che hanno aiutato Layla ed i suoi familiari durante la detenzione. Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, ha dichiarato: "Quello di Layla è il secondo caso di una donna destinata alla pena capitale e poi rilasciata dalle autorità giudiziarie sudanesi pressate dalla mobilitazione internazionale.…
A partire dal 1976, anno in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ristabilì la pena capitale, 141 detenuti hanno lasciato i bracci della morte americani. Michael Keenan è l’ultimo di questi. E’ stato liberato due giorni fa, dopo una detenzione durata 24 anni, tutti passati in attesa dell’esecuzione. La sua storia comincia nel 1988, con il ritrovamento di un cadavere: quello del 19enne Tony Klann, rinvenuto lungo un torrente, nel parco pubblico di Cleveland, con la gola tagliata. Per il delitto, fu fermato Michael Keenan, un uomo che, presto, avrebbe subito un massacro giudiziale fatto di errori, ritardi e sentenze infondate. Le prime, in un’escalation di inadempienze giurisprudenziali, furono entrambe di condanna e costarono a Keenan la reclusione nel braccio della morte. Dentro le mura del carcere, cominciò per…
Rifta Masih è una bambina cristiana di 11 anni. Vive in un povero quartiere periferico di Islamabad, la Capitale del Pakistan. Probabilmente affetta dalla sindrome di Down, la piccola rischia di essere condannata a morte. L’accusa: avrebbe dato alle fiamme alcune pagine del Corano. Rifta avrebbe profanato col fuoco le pagine su cui è riportata la rivelazione di Allah, un atto giudicato blasfemo dalla comunità pakistana. E la blasfemia è, appunto, un reato per cui è prevista, dall’ordinamento giudiziario della Repubblica islamica, la pena di morte. A seguito della denuncia, la piccola cristiana, in un primo momento, è stata sottratta al linciaggio della folla inferocita dei fedeli. Nel quartiere di Mehrabad, infatti, è esplosa una violenta sommossa: l’obiettivo dei manifestanti era quello di infliggere una punizione esemplare e inappellabile alla…
di Emilio Garofalo Nero, 52 anni, psicolabile. Warren Hill è un afro americano che, negli ultimi 21 anni ha vissuto in Georgia, nel braccio della morte. È stato condannato nel 1991 per aver ucciso un suo compagno di cella. Warren Hill era già finito dentro con l’accusa di aver ucciso la sua compagna. La pena che avrebbe dovuto scontare, il carcere a vita. Poi quell’altro omicidio e una nuova, definitiva condanna: la morte. Lui, l’assassino, è affetto da un disturbo mentale: differenti e ripetute diagnosi hanno confermato il suo grave ritardo psichico. Warren Hill avrebbe dovuto morire due giorni fa. Avevano fissato, oltre alla data, anche la modalità dell’esecuzione: iniezione letale. Da non eseguirsi più tramite la somministrazione di tre veleni, bensì di un unico, potente anestetico. Una sola sostanza…