Il silenzio assordante sui 100 mila desaparecidos messicani
Riconoscere le falangi, l’osso ioide, il cuboide. Identificarli come umani, come ciò che rimane di una persona. Sapere che quando si cerca nella terra è opportuno romperne le piccole zolle perché potrebbero contenere vertebre che, forate al centro, sono ossa che facilmente si riempiono e accumulano detriti. Apprendere quali procedure seguire per ottenere un’identificazione biometrica valida. Nessuna persona dovrebbe vedersi obbligata a imparare a fare tutto ciò. Eppure decine di donne e uomini appartenenti a collettivi di familiari dei 100 mila desaparecidos messicani stanno acquisendo tecniche di indagine forense per supplire lacune e carenze istituzionali. Un viaggio oltre i numeri,…