Brescia, niente scuolabus ai rom. Ma alla fine vince il buon senso – VIDEO

Pare possa presto giungere a una felice risoluzione la querelle sorta tra la Giunta bresciana e le associazioni impegnate nella difesa dei diritti assistenziali dei bambini rom in ordine all’accesso negato alla mensa e al servizio di scuolabus per le scuole cittadine.

Aveva fatto discutere la decisione, risalente allo scorso settembre, di vietare ai piccoli studenti delle scuole elementari e materne la fruizione dei servizi accessori scolastici a causa della morosità, nel pagamento delle tasse, dei loro genitori. Per il mancato pagamento delle spese, 250 bambini erano stati così “lasciati a piedi dalla navetta cittadina” e, una volta giunti a scuola, esclusi dalla mensa.

A circa due settimane da quella discussa decisione, presa in forza di un debito che, stando alla Loggia, ammonterebbe a circa 140mila euro e per il quale il Comune ha dichiarato di avere trasferito i fascicoli a Equitalia, la Giunta di Brescia, dopo numerose trattative, ha deciso di riattivare i servizi anche a favore dei piccoli rom e dei figli di genitori meno abbienti.

Tuttavia, l’esecutivo comunale ha anche stabilito che sarà necessario “saldare i debiti”, pagando l’intera quota risalente all’anno della morosità. Una quota, quella relativa all’anno scolastico 2011-2012, che ammonterebbe a circa 16mila euro. La vicenda ha suscitato l’interesse della Cgil, che, rivolgendosi alla comunità cittadina e al mondo dell’associazionismo e del volontariato, sta spingendo affinché il pagamento di tale debito sia ripianato al più presto.

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Nell aspettative di Damiano Galletti, segretario sindacalista della sede Cgil di Brescia, sarebbero sufficienti pochi giorni per raggiungere la quota richiesta dal Comune: “Sono fiducioso che in una città come Brescia si possano raggiungere i 16mila euro in tre giorni”.

Una (celere) soluzione della questione si rende necessaria per permettere ai 321 minori finora esclusi dai servizi scolastici di tornare a godere non solo dell’assistenza collegata al loro diritto allo studio, ma anche di superare l’imbarazzo, e perché no anche il trauma, di un vero e proprio isolamento sociale, una ghettizzazione causata dalle difficoltà economiche che colpiscono i loro nuclei familiari.

I piccoli esclusi dai servizi sono il 2,9 per cento del totale degli alunni bresciani e, tra questi, 84 sono gli scolaretti rom e sinti che vivono nei campi nomadi di via Borgosatollo e via Orzinuovi.
Tanti bambini che, per motivi certamente non attribuibili a una loro diretta responsabilità, si sono visti sottrarre il loro diritto ad andare a scuola e a “socializzare” con tutti i compagni.

Costretti a “macinare” chilometri di strada, camminando lungo il ciglio delle vie trafficate di Brescia, con le loro borse e i loro zaini in spalla. Una serie di immagini, quelle viste tra settembre e ottobre alla riapertura delle scuole, che avevo fatto scoppiare una dura polemica tra le associazioni assistenziali, la sede sindacale locale e il Comune.

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A detta dei primi, il provvedimento amministrativo rivestiva “quasi più una logica di tipo punitivo nei confronti delle famiglia che una chiara volontà di un loro accompagnamento”. Dopo i toni forti, tuttavia, la distensione e la apertura. Ma sempre previo pagamento dei debiti maturati.

Emilio Garofalo

PER CONTRIBUIRE

Per chi volesse contribuire al sostegno economico per permettere la riattivazione del servizio mensa e scuolabus per i 321 bambini può farlo attraverso la Banca Popolare Etica Brescia- agenzia di via Musei 31 A; conto corrente intestato a «Tutti a scuola», numero conto 00000149312, Iban IT97M0501811200000000149312


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