I consigli dei redattori di Frontiere, tra grandi classici e novità imperdibili
Crisi dell’editoria, crisi del giornalismo, crisi dell’economia, pandemia. E, per tanti di noi, le vacanze saranno un miraggio. Eppure, nonostante tutto, possiamo consolarci con libri, documentari, serie e podcast. Tra capolavori imprescindibili e nuove produzioni davvero interessanti, qui trovate alcuni suggerimenti che abbiamo messo insieme per voi selezionando alcune delle cose che abbiamo letto, ascoltato o visto negli ultimi mesi o a cui siamo legati da sempre.
Disclaimer: non abbiamo nessuna pretesa di completezza, è una lista disordinata uscita fuori durante un’afosa riunione di mezza estate. Quali sono i vostri libri del cuore? Quali podcast hanno scandito le ultime settimane? Quali documentari recenti vale la pena guardare? Segnalatelo su Instagram taggando @frontierenews.it
LIBRI
I pilastri
In Patagonia, di Bruce Chatwin
Adelphi, 1977 – consigliato da Luca La Gamma
Pubblicato nel 1977 come opera prima, è scritto sul sito di Adelphi del compianto Roberto Calasso che “questo libro appartiene alla specie, oggi rarissima, dei libri che provocano una sorta di innamoramento. La Patagonia di Chatwin diventa, per chiunque si appassioni a questo libro, un luogo che mancava alla propria geografia personale e di cui avvertiva segretamente il bisogno”. Un classico ineguagliabile.
Il divano di Istanbul, di Alessandro Barbero
Sellerio, 2015 – consigliato da Luca La Gamma
Qui in redazione siamo grandi fan del prof piemontese. In attesa di recensire il suo ultimo volume, Alabama, vi suggeriamo l’epico racconto della storia ottomana che prova a far luce su un dibattito che dura da 600 anni. Da un lato spauracchio per l’Occidente, impero jihadista, bellicoso ed espansionista, tirannico e arretrato. Dall’altro un mondo multietnico, multiculturale e tollerante, libero e aperto ai sudditi cristiani e agli ebrei in fuga dall’Europa antisemita. Due idee diverse di Impero ottomano che dividono gli storici. Dov’è la verità?
Maninbo, di Ko Un
Bloodaxe Books, 2015 – consigliato da Valerio Evangelista
Come è possibile che il più grande scrittore coreano contemporaneo sia praticamente sconosciuto in Italia? Di lui Allen Ginsberg una volta scrisse: “Ko Un è un magnifico poeta, una combinazione di conoscitore buddista, appassionato libertario politico e storico naturalista”. Maninbo (Diecimila vite) è il titolo di una raccolta di 4001 poesie contenenti i nomi di 5600 persone. Un lavoro che ha richiesto 30 anni di scrittura, concepito mentre Ko Un era confinato in una cella d’isolamento in attesa di sapere se sarebbe stato giustiziato o meno. Assillata dal dubbio, la sua mente trovò ristoro nei ricordi delle persone che aveva incontrato o di cui aveva sentito parlare durante la sua vita. Fece un voto: se fosse uscito di prigione, avrebbe scritto poesie su ciascuna di loro. Ci è riuscito, alla grande.
Un indovino mi disse, di Tiziano Terzani
RL libri, 1995 – consigliato da Luca La Gamma
L’anno in cui Terzani riscopre i viaggi in treno e in nave e quindi la vera Asia: non quella dei ministri, degli ambasciatori e delle grandi personalità, ma quella della gente comune. Il libro è ricco di leggende, di descrizioni di vita quotidiana nei paesi asiatici, e delinea il contrasto tra i paesi in fase di sviluppo accelerato (Cina, Thailandia, Singapore) e quelli ancora legati alle tradizioni e al passato (Laos, Birmania), descrivendo gli incontri con indovini, astrologi e stregoni.
La luna e i falò, di Cesare Pavese
Einaudi, 1950 – consigliato da Joshua Evangelista
L’ultimo romanzo di Pavese, scritto tra il 18 settembre e il 9 novembre 1949, è un’opera universale. Da leggere e rileggere. Il viaggio del protagonista Anguilla, definito dallo stesso Pavese “una modesta Divina Commedia”, è solo apparentemente un’andata e ritorno, perché la sua terra da cui manca da anni, dopo la guerra è diventata un nuovo luogo. Va detto, inoltre, che tanti passaggi del libro ci sembrano simili alle testimonianze che raccogliamo quando intervistiamo sopravvissuti alle guerre di oggi. Resistenza e fascismo, amore e amicizia, servi e padroni: in poche pagine c’è davvero tutto. E prendete appunti sui luoghi: la vostra prossima vacanza potrebbe essere nelle Langhe alla scoperta delle coordinate pavesiane.
Le nuove uscite
Il pioniere, di Tatjana Đorđević Simic
Besa Editrice, 2021
Bosko è al suo primo giorno di scuola, quando fa giuramento al Presidente Tito, morto da anni, diventando così un suo pioniere. Ancora non sa quanto questo momento segnerà la sua vita. È poco più che adolescente quando scoppia la guerra in Jugoslavia. La situazione lo costringe a trasferirsi in Italia, lasciandosi tutto alle spalle. Bosko è uno straniero alla ricerca della propria identità: da sradicato osserva le ingiustizie e le contraddizioni di un paese, il suo, che oramai non esiste più. Quello che fatica a scomparire è l’odio che si annida tra i popoli che lo costituivano, un odio atavico e cieco che guarda con sospetto persino l’amore. Un romanzo in cui, grazie allo sguardo del protagonista, lucido e impietoso, si ritrova la bellezza sopita e mai perduta di un paese sfregiato dalla guerra ma alla costante ricerca del proprio riscatto. Qui potete leggere gli articoli di Tatjana per Frontiere News.
Lisbona è un’assurda speranza, di Daniele Coltrinari
Scatole parlanti, 2021
È possibile trasferirsi in una città straniera alla soglia dei quarant’anni per trovare la felicità? Lisbona, con il suo sole scintillante, il cielo terso e immenso, un fiume così grande che sembra un mare e le notti alcoliche nei locali, fa credere che sì, il sogno può avverarsi. Ma col passare del tempo, la capitale lusitana diviene sempre più turistica, perdendo i connotati di “miglior rifugio possibile”. Il protagonista capisce che è giunta l’ora di tornare in Italia per affrontare i propri fantasmi, mentre a Lisbona i suoi luoghi del cuore sono destinati a lasciar spazio all’invadenza degli hotel di lusso. Mudanças – cambiamenti – sembrano demolire le speranze e le utopie degli amici, e non tutti decidono di restare. Lisbona viene dipinta nei suoi tratti onirici e musicali, libertari e multiculturali, senza dimenticare di contrasto le sfumature razziste, classiste e conservatrici. Una storia ambientata in epoca prepandemica e con un possibile scenario postpandemico, in una cidade che, nonostante tutto, riesce a mantenere il fascino e l’antico splendore quel tanto che basta per regalare dolci illusioni a chiunque passi di lì, carezzato dalla brisa do oceano.
Qui un estratto del libro e qui gli articoli di Daniele Coltrinari per Frontiere News.
Datemi Libri, di Ludovica Iaccino
Ensemble, 2021
«Datemi libri» è la frase che ha spinto Ludovica Iaccino a combattere l’indifferenza e dar voce al grido d’aiuto dei bambini che vivono nella drammatica condizione del profugo e dell’emarginato, per spiegare il mondo visto dagli occhi di chi fugge dai deserti, di chi ha paura, di chi non sa se sopravvivrà alle bombe, alla fame, all’AIDS, alla siccità. Da Eva, che chiede libri, a Laila, che da bambina ha rischiato la lapidazione, il libro raccoglie interviste e incontri – principalmente con bambini e bambine – avvenuti nell’arco di cinque anni durante viaggi personali e viaggi stampa. Qui gli articoli di Ludovica Iaccino per Frontiere News.
Architetture del desiderio, di Federica Fabbiani e Chiara Zanini
Asterisco, 2021
Identità, desiderio, trasformazione. Sono questi gli elementi ricorrenti nella filmografia di Céline Sciamma, regista francese tra le più originali della cinematografia contemporanea. Molti i ribaltamenti e le manomissioni che Sciamma introduce nelle narrazioni per far saltare i codici prestabiliti e liberare una diversa possibilità narrativa sullo schermo. I suoi film – la trilogia sull’adolescenza, il Ritratto della giovane in fiamme e il recente Petite maman – e le sue sceneggiature – sia per la televisione, sia per il cinema – mettono in scena linee di forza multiformi e contrastanti attraverso cui la norma si scontra con una pluralità di modalità resistenti – specialmente in termini di genere, razza, classe. È attraverso la forza dei corpi delle personagg* e nel racconto delle loro storie che questa monografia a più mani costruisce la mappatura dell’universo filmico di Sciamma per restituire la sua poetica di resistenza creativa a precise meccaniche di potere, maschili ed escludenti, che ancora troppo spesso contaminano l’immaginario. Qui un approfondimento di Chiara Zanini per Frontiere News.
Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne, di Sara Manisera
Aut aut, 2020
Seguendo il ciclo delle stagioni, Sara Manisera ha raccolto le storie di braccianti impiegati nelle campagne italiane, spesso immigrati, e di quanti attraverso associazioni e cooperative propongono un modello di lavoro agricolo, rispettoso dei diritti e dell’ambiente, fuori dalla Grande Distribuzione Organizzata. Dalla Calabria al Piemonte, passando per la Puglia e la Sicilia, le donne e gli uomini incontrati raccontano un Italia che lotta e che non si piega allo sfruttamento. Qui, qui e qui alcune interviste a Sara Manisera su Frontiere News.
Film, serie tv, documentari
Ethos, di Bergun Oya
2020, Netflix – consigliato da Luca La Gamma
Chi ci segue lo sa: amiamo le cose turche e abbiamo amato Ethos (il titolo originale è Bir Başkadır). Una terapia collettiva in una Istanbul frammentata e polarizzata, la serie ha tenuto incollati allo schermo milioni di spettatori turchi. Cosa ci racconta della Turchia contemporanea? Ne abbiamo parlato ampiamente qui, raccogliendo più pareri.
Processo ai Chicago 7, di Aaron Sorkin
2020, Netflix – consigliato da Joshua Evangelista
“Il mondo intero sta guardando!” cantano iconicamente i membri del movimento di protesta al centro del Processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin. Il film, come si evince dal titolo, affronta la famigerata battaglia legale condotta contro i cosiddetti “Chicago Seven”, una squadra disgiunta di attivisti contro la guerra del Vietnam che vennero accusati, tra l’altro, di incitamento alla rivolta al Congresso Nazionale Democratico del 1968. Parliamo di un anno importante: la morte di Martin Luther King e Bobby Kennedy, i movimenti giovanili e minoritari che si fanno strada nella coscienza americana, più di cento rivolte scoppiate in tutto il paese. Se l’argomento è davvero importante, il film ha diviso la critica. Per l’Independent, “il dramma storico di Aaron Sorkin ha la forza morale di chi passa le giornate a scrivere risposte sarcastiche ai tweet di Trump”. Non è un capolavoro, ma a noi non è dispiaciuto. Sacha Baron Cohen che interpreta Abbie Hoffman vale da solo il prezzo del biglietto.
Cold Case Hammarskjöld, di Mads Brügger
2019, Prime Video – consigliato da Joshua Evangelista
Sicuramente il documentario giornalistico meno ortodosso tra quelli che abbiamo visto recentemente. Partendo dal mistero della morte, nel 1961, dell’allora segretario delle Nazioni unite Dag Hammarskjöld, il regista crea una inchiesta lenta che “sbatte” contro ipotesi decisamente inaspettate. Come ha scritto Variety, “Cold Case Hammarskjöld è un documentario a lenta costruzione che ti risucchia come un vortice. Offre diverse teorie della cospirazione intrecciate, almeno una delle quali, secondo i calcoli più severi, sembra essere fondata sulla realtà. Significa che tutto nel film è vero? Forse no. Eppure Cold Case Hammarskjöld è un’esperienza singolare da considerare come uno dei film documentari più inquietanti e provocatori degli ultimi anni”.
ReMastered: Who Shot the Sheriff, di Kief Davidson
2018, Prime Video – consigliato da Joshua Evangelista
ReMastered: Who Shot the Sheriff è un film documentario del 2018 incentrato sul tentativo di assassinio di Bob Marley nel 1976. È stato nominato per un Emmy per Outstanding Arts & Culture Documentary al 40th News and Documentary Emmy Award. Oltre che per rivivere una stagione musicale straordinaria, il documentario è uno spaccato della violenta repressione politica del movimento reggae in Giamaica, attraverso il coinvolgimento della CIA.
In viaggio con Cecilia, di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini
2013, Raiplay – consigliato da Valerio Evangelista
Un documentario on the road alla scoperta di come è cambiata la Puglia, terra che accomuna le due registe e tema centrale dei documentari realizzati da Cecilia Mangini negli anni ’60. Un intreccio di epoche e luoghi, in cui gli archivi visivi dialogano col presente indagando un luogo nella sua continuità. Il viaggio diventa l’occasione per confrontarsi con domande che Cecilia Mangini aveva posto al centro della sua ricerca: come guardare all’industria che riscatta una terra, che la traina fuori dalla sua dimensione arcaica, ma ponendola in un presente crudele e contraddittorio? Cecilia Mangini, considerata la prima documentarista donna in Italia, è morta lo scorso 21 gennaio.
Podcast
Limoni, di Annalisa Camilli
2021, Spotify – consigliato da Luca La Gamma
Decisamente uno dei lavori più interessanti tra quelli usciti per il ventennale del G8 di Genova, quello di Annalisa Camilli per Internazionale. I limoni sono gli agrumi che i manifestanti tenevano negli zainetti con la credenza che spremendone il succo sui fazzoletti si sarebbero potuti proteggere dai gasi lacrimogeni. Camilli parte dalla sua esperienza personale da studentessa ventenne per poi affrontare tutti gli aspetti di quello che è stato uno spartiacque nella vita democratica dell’Italia. Dai temi al centro del Genoa Social Forum alla repressione, dai processi al lavoro di memoria degli attivisti. Un lavoro importanti anche per chi il 2001 non era ancora nato/a vuole capire come siamo arrivati a essere quello che siamo.
Polvere: il caso Marta Russo, di Chiara Lalli e Cecilia Sala
2020, Spotify – consigliato da Luca La Gamma
Otto puntate, 300 minuti totali, per ricostruire uno dei misteri italiani più oscuri della storia italiana. Il 9 maggio del 1997 una studentessa veniva uccisa da un colpo di pistola all’Università La Sapienza. Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono stati condannati in via definitiva. Con quali prove? Nessuna.
Prima, di Sara Poma
2021, Spotify – consigliato da Luca La Gamma
Nel 1972 un’insegnante di matematica scende in piazza a Roma insieme alle femministe con un cartello in cui dichiara la propria omosessualità. Prima è il viaggio di Sara Poma attraverso la vita di Maria Silvia Spolato, la sua militanza e la sua sparizione, la scelta o la condanna all’oblio, a seconda dei punti di vista. Un viaggio che parte da una domanda personale: come sarebbe stata la vita dell’autrice se non ci fosse stato il coraggio di Maria Silvia e di tutte quelle e quelli venuti prima.
Radiolab, di WNYC
2002-presente, Apple Podcasts – consigliato da Joshua Evangelista
Radiolab è uno dei programmi radiofonici più amati al mondo. Giornalismo di precisione e sound design innovativo, era nato nel 2002 dalla mente di Jad Abumrad, con obiettivo di divulgare indagini scientifiche. Nel corso degli anni si è evoluto fino a diventare una piattaforma per il giornalismo approfondito. Attraverso storie e interviste, ogni episodio di un’ora tratta un argomento specifico e lo indaga da diverse angolazioni.
Sound Africa, di Jedi Ramalapa e altri
2016-presente, Apple Podcasts – consigliato da Valerio Evangelista
Negli ultimi anni sono nati in Africa tanti podcast interessante. Uno è sicuramente SoundAfrica, un progetto a cura di un collettivo di giornalisti africani che raccontano store nascoste dal Continente legate alla giustizia sociale. Al centro dei racconti c’è la gente comune. Lo scopo è far luce su questioni di interesse pubblico senza mai perdere la dimensione umana locale.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
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un refuso, questioni di vocali:
Hammerskjöld in realtà è Hammarskjöld
non lo conoscevo, lo cerco
grazie ciao f.
Grazie per la segnalazione. Abbiamo corretto