Mondo

Il redditizio business dei muri nell’era dell’apartheid globale

Il redditizio business dei muri nell’era dell’apartheid globale

Eventi epocali come la caduta del muro di Berlino e la fine del sistema di apartheid in Sudafrica segnarono l’inizio del sogno di un mondo più unito. Eppure, oggi viviamo circondati da muri e barriere — ben 63, secondo un recente studio. C’è chi non esita a dire che stiamo vivendo nell’era di un apartheid globale, in cui confini militarizzati costruiti su ideologie razziste segnano l’esistenza di un mondo santificato ‘al di qua’ e un mondo demonizzato ‘al di là’, dove alle persone vengono negati i diritti più fondamentali. Articolo di Ilaria Cagnacci, foto-copertina di Délmagyarország/Schmidt Andrea. Secondo un recente rapporto…
Read More
Ma con Biden e Harris cambia davvero qualcosa?

Ma con Biden e Harris cambia davvero qualcosa?

Come si comporterà il governo Biden-Harris nei confronti di minoranze, movimenti di lotta e questioni sociali? La risposta potrebbe emergere in queste settimane di transizione politica, cartina al tornasole di un paese ferito e lacerato. Articolo (e foto) di Clarissa Clò, San Diego State University.  In collaborazione con The Dreaming Machine.  Le recenti elezioni statunitensi hanno presentato non poche sorprese. La Pandemia ha costretto molti a votare in anticipo e per posta, e il numero senza precedenti di elettori ha comportato un'attesa molto più lunga per conoscere i risultati, prima che Biden fosse dichiarato l'apparente vincitore. La notte delle elezioni…
Read More
Quel sottile razzismo svedese

Quel sottile razzismo svedese

Un appello lanciato da 39 giornalisti del servizio radiofonico pubblico svedese punta il dito contro le discriminazioni, a volte velate a volte no, che i reporter (e più in generale i lavoratori) con un background straniero sono costretti a subire nell'insospettabile Svezia. Articolo di Joshua Evangelista Se pensiamo alla Svezia pensiamo a un paese aperto alle diversità, accogliente e rispettoso delle minoranze. Lo pensiamo perché è vero. Storicamente, la Svezia è sempre stata uno dei rifugi più sicuri per chi migra. È il terzo paese al mondo per accoglienza di rifugiati pro capite dietro Canada e Australia e nel 2015…
Read More
Cadaveri ammassati e case bruciate: viaggio nel Karabakh dopo l’armistizio

Cadaveri ammassati e case bruciate: viaggio nel Karabakh dopo l’armistizio

La sera del 9 novembre il premier armeno Nikol Pashinyan ha annunciato al suo paese di aver firmato un accordo con Russia e Azerbaigian per cessare il fuoco in Nagorno Karabakh. Gli scontri erano iniziati la mattina del 27 settembre. Le vittime totali sono state oltre quattromila. L'accordo è stato siglato dopo la presa di Shushi, il secondo più grande insediamento nella regione. Dopo l'armistizio, a Yerevan sono scesi in migliaia per chiedere le dimissioni di Pashinyan, reo, secondo le accuse, di aver tradito il proprio popolo. Il giornalista Luca Steinmann (le foto di questo articolo sono state scattate da…
Read More
La quotidianità nel Nagorno Karabakh prima della guerra

La quotidianità nel Nagorno Karabakh prima della guerra

Tra il 2012 e il 2017, il fotografo Gianluca Pardelli ha esplorato a fondo il territorio del Nagorno Karabakh, conteso da Armenia e Azerbaigian. Il reportage che pubblichiamo, nato da quella serie di viaggi, è una preziosa testimonianza della vita nel Nagorno Karabakh prima della guerra nell'Artsakh del 2020 (o seconda guerra nel Nagorno Karabakh). di Gianluca Pardelli Un’irrefrenabile curiosità per le aree grigie del nostro pianeta e un amore sfrenato per le architetture e i popoli dell’ex Unione Sovietica mi hanno portato più volte ad attraversare i labili confini di queste terre rinnegate. Questi luoghi di conflitti insoluti sono spesso affascinanti…
Read More
No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.