Continua l’esodo dei siriani cristiani di origine armena, che per sfuggire alle violenze nel Paese si sono rifugiati in Armenia. Lo riferisce oggi il quotidiano turco Hurriyet. Il numero esatto dei profughi non è stato reso noto dalle autorità, ma il flusso nelle ultime settimane continua a crescere. Gli armeni siriani preferiscono non passare perla Turchia come invece fanno i migliaia di profughi siriani sunniti, a causa delle tensioni forti tra armeni e turchi per la questione del genocidio del 1915, che Ankara continua a negare. Infatti molti armeni nel 1915 sono emigrati in Siria per sfuggire alle violenze contro la loro comunità. I cristiani armeni in Siria sono circa 100mila. Secondo Hurriyet molti di loro sono preoccupati che in caso di caduta dell’attuale governo, tollerante verso la minoranza cristiana,…
Testo e foto di Riccardo Bottazzo La primavera in Rwanda si tinge di viola. E’ il colore del lutto. E’ il colore del genocidio a colpi di machete che 18 anni fa, nell’aprile del ’94, insanguinava il Paese delle Mille Colline. Torrenti di sangue trascinavano a valle i corpi macellati dei tutsi, sino al lago Vittoria dove si impigliavano nelle reti dei pescatori. Oggi le tracce delle fosse comuni scavate sulle sponde ugandesi del lago da cui nasce il Nilo, culla di civiltà, sono state cancellate per non turbare le coscienze dei turisti che non riuscivano a dare un senso ad una tale ecatombe. Non facciamone una colpa. E’ impossibile farsi anche una pallida idea di cosa significa un milione di morti ammazzati in meno di tre mesi. E’ come…
di Joshua Evangelista Hushèr in armeno vuol dire memoria. Memoria di quanto è accaduto, memoria da preservare contro chi vuole annientare un ricordo scomodo e contro l'inesorabile logoramento del tempo, che annebbia anche le immagini più nitide e dolorose. Avedis Ohanian ha il grande merito di raccogliere in un racconto fluente le testimonianze eccezionali di alcuni degli ultimi superstiti del genocidio armeno che trovarono rifugio in Italia. Da collante il racconto di Antonia Arslan (La masseria delle allodole), che con un approccio materno alla storia, tipico della grande narratrice, presenta ognuno dei testimoni del primo sterminio di massa del Novecento. Conosciamo Hripsime, deportata con il marito e scampata per miracolo al massacro; Ovsanna, che per il gran dolore dedicherà tutta la sua vita a ricamare gli antichi punti armeni; Karnig, la…
La sera del 9 novembre il premier armeno Nikol Pashinyan ha annunciato al suo paese di aver firmato un accordo con Russia e Azerbaigian per cessare il fuoco in Nagorno Karabakh. Gli scontri erano iniziati la mattina del 27 settembre. Le vittime totali sono state oltre quattromila. L'accordo è stato siglato dopo la presa di Shushi, il secondo più grande insediamento nella regione. Dopo l'armistizio, a Yerevan sono scesi in migliaia per chiedere le dimissioni di Pashinyan, reo, secondo le accuse, di aver tradito il proprio popolo. Il giornalista Luca Steinmann (le foto di questo articolo sono state scattate da lui) è stato sul fronte nelle ultime settimane della guerra e ha seguito alcuni dei momenti più significativi dell'epilogo del conflitto: la ritirata armena, i bombardamenti sulla capitale Stepanakert, l'evacuazione…
A ventisei anni dal temporaneo accordo di Biškek, la regione caucasica del Nagorno Karabakh è tornata nel caos. Lo scorso 27 settembre l'artiglieria azera ha effettuato degli attacchi missilistici e aerei diretti verso centri a maggioranza armena, tra cui la capitale Stepanakert. Da allora sono migliaia le vittime denunciate da entrambi gli schieramenti, di cui almeno un centinaio di civili, e ogni tentativo di attuare tregue naufraga poche ore dopo il cessate il fuoco. Abitato da una maggioranza armena ma riconosciuto internazionalmente come parte dell'Azerbaigian, il territorio è conteso tra Baku ed Erevan. Dal primo conflitto del 1988, terminato nel 1994 con un cessate il fuoco privo di una concreta risoluzione della controversia, sono state diverse le recrudescenze degli scontri armati tra forze azere e armene (il cui apice si è…