Immigrazione e diritti: le opinioni di politica e media

di Valentina Ersilia Matrascìa

“Ho un sogno. Quello che non si parli più di italo-marocchini, italo-algerini ecc ma di euro-marocchini, euro-pakistani. Sogno gli stati uniti d’Europa, un’Europa politica e unita a livello giuridico” con queste parole la vice presidente del Senato, Emma Bonino, ha concluso il suo intervento al convegno“Immigrazione una sfida e una necessità” tenutosi nell’intera giornata di ieri a Palazzo Giustiniani, proposto promosso dal partito Radicale, che in questa occasione ha lanciato 11 proposte sul tema dell’immigrazione, accolte e condivise largamente da tutti i partecipanti al convegno.

Diversi gli interventi che, durante tutto il corso della giornata, si sono succeduti nelle tre sessioni e nella tavola rotonda conclusiva. Ad aprire il convegno, il Giuliano Amato che ha ripercorso la storia delle politiche europee sul tema immigrazione tra flussi, espulsioni e tentativi di assimilazione, sottolineando l’illogicità del vincolo di ingresso con contratto di lavoro poichè applicabile solo a pochissime categorie di lavoratori. Amato ha inoltre sottolineato come il modello dei CIE/CPT sia totalmente fallimentare poichè l’identificazione dei migranti tratti in arresto dovrebbe avvenire in carcere senza sottoporli ad un’ennesima e talora ben peggiore misura detentiva nei CIE. “Quando proposi rimpatri volontari, Radio Padania mi disse: Se ci sono soldi, usiamoli per i nostri” ricorda aggiungendo poi che è necessario “riportare nell’ambito della legalità un settore sociale importante come quello dell’immigrazione”.

L’immigrazione come spettro su cui si riflettono le paure e i pregiudizi di una società e allo stesso tempo un fenomeno in cui si riflette il futuro cui è necessario guardare con tenacia e speranza. Questa, in estrema sintesi, la riflessione del presidente del Senato, Renato Schifani, che ha inoltre sottolineato nel corso del suo intervento come l’immigrazione regolare rappresenti per il nostro paese una risorsa importantissima, cui applicare in toto i medesimi diritti e doveri rivolti ai cittadini italiani. Schifani, proponendo di risolvere l’emergenza carceraria in Italia con accordi internazionali che facciano scontare la pena nel paese di origine agli immigrati che commettono reati, ha quindi dato il via alla prima sessione del convegno dal titolo “Il rispetto della legalità nazionale, europea ed internazionale: dai respingimenti ai rimpatri, dalle identificazioni agli sgomberi” nella quale hanno trovato spazio le relazioni di Fulvio Vassallo Paleologo sulle violazioni italiane di molte leggi comunitarie e la necessità di depenalizzare il reato d’immigrazione clandestinae quello di Simona Moscarelli dell’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che ha posto l’accento sulle gravi violazioni dei diritti umani nei CIE ai quali è urgente fornire delle misure alternative anche attraverso percorsi premiali come, ad esempio l’eliminazione del divieto di re-ingresso per quanti collaborano alla propria identificazione.

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Più volte e fortemente ribadito da più oratori durante i loro interventi l’invito ad intervenire in modo deciso sui CIE e sulle misure detentive cui vengono sottoposti i migranti. Stefano Liberti, giornalista e co-autore del film inchiesta Mare Chiuso, che il 20 giugno in occasione della giornata mondiale del rifugiato verrà proiettato in 60 città italiane e in Senato, ricorda la condanna del febbraio scorso da parte delle istituzioni europee nei confronti della politica dei respingimenti adottata dall’Italia e auspica il rispetto del diritto umano all’aspirazione ad un futuro migliore. Se l’immigrazione è una sfida e una necessità non possiamo continuare a parlare di emergenza ma dovremmo approcciare la questione con i metodi ordinari.

CIE, diritti umani, richiedenti asilo, migranti, integrazione, rispetto e solidarietà. Queste le parole che si rincorrono nel corso dell’interventi di Laura Boldrini, portavoce dell’UNHCR. “I diritti delle persone hanno pari importanza e dignità rispetto al diritto alla sicurezza” ha affermato denunciando inoltre il fatto che molte amministrazioni comunali in Italia non accettano la domanda di residenza dei rifugiati e mettendo in evidenza la necessità di promuovere il diritto dei rifugiati alla residenza e riconoscimento dei titoli di studio. È di fondamentale importanza anche – secondo la portavoce dell’UNHCR il linguaggio, “la parola clandestino macchia tutti i migranti negativamente e non ha equivalenti in campo giuridico. Il linguaggio fa la differenza”. Rom e Sinti al centro degli interventi conclusivi della prima sessione del convegno. Al microfono Costanza Hermanin, Program Officer Open Society Justice Initiative, Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio e Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione Romanì.

Un approccio difficilmente comprensibile e decisamente contraddittorio nei confronti di Rom e Sinti da parte di istituzioni, quello evidenziato dai tre oratori. “È tutta italiana l’idea di campi nomadi istituzionali, enclave etnica in cui istituzionalmente i diritti umani sono sospesi” afferma Stasolla ricordando che a breve verrà aperto il Villaggio attrezzato nel quartiere romano de La Barbuta, l’ennesimo ghetto. La necessità di una politica di salvaguardia del patrimonio culturale, linguistico e identitario romanì – ma più in generale per ogni cultura e identità – per Nazzareno Guarnieri rappresenta infine uno strumento per rendere finalmente ascoltato “l’urlo per raggiungere gli altri, per uscire dalla solitudine culturale nella quale la popolazione romanì è caduta” ed uscire dalla logica etnocentrica attraverso un’evoluzione interculturale che pensi in termini di interculturalità e non di multiculturalismo e una propositiva consapevolezza e partecipazione attiva degli interessati.

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Un beneficio e una “componente essenziale della nostra economica, sopratutto nelle attività di cura e di assistenza, nei servizi, nell’edilizia, nel settore manifatturiero, nell’agricoltura e nell’allevamento; ma anche nel lavoro autonomo si registrano presenze di rilievo. Gli immigrati – ha affermato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel messaggio augurale inviato in occasione del convegno – sono inoltre parte attiva del tessuto sociale e culturale dell’Italia, con significative affermazioni, in particolare delle seconde generazioni, nella letteratura, nell’arte e nello sport. Fondamentale è infine il contributo degli immigrati per contrastare le tendenze demografiche che in loro assenza vedrebbero il nostro paese alle prese con una drammatica denatalità e un preoccupante invecchiamento”. Il presidente ha inoltre lanciato un appello ai media e agli operatori dell’informazione perchè si adoperino per fornire all’opinione pubblica una corretta informazione sulle tematiche migratorie, necessaria “se si vuole evitare di alimentare ansia sociale e odiosi episodi di intolleranza”.

Tematica, questa del rapporto tra media e immigrazione, largamente affrontata nel corso della seconda sessione del convegno (“La buona immigrazione: tra stereotipi e pregiudizi”) presieduta dal presidente della FNSI, Roberto Natale, cui hanno preso parte giornalisti ed esperti come Oujeden Mejri, presidente dell’Associazione Pontes (collettività tunisina), Gianni Betto, direttore del Centro di Ascolto dell’Informazione radiotelevisiva, che ha fornito i numeri dell’immigrazione su radio e tv, Pierluigi Battista, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera e Gianluca Luciano di Stranieriinitalia.it per il quale “Un paese in cui un politico ammette che il suo partito ha deciso di essere razzista per raccogliere voti non può essere un paese di brava gente”.

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Un’informazione che, pur non cadendo in un buonismo ipocrita, vuole evitare di essere ad ogni costo sensionalistica e allarmistica attraverso un’attenzione per gli aspetti positivi dell’immigrazione. Considerare una notizia soltanto una cattiva notizia significa, secondo il presidente della FNSI, creare allarme e far proliferare l’intolleranza. Principi già espressi nella Carta di Roma, nata dopo i tragici fatti di Erba. Uscire dalla pigrizia mentale, dagli automatismi e istintività mentale dei giornalisti a maggior ragione nel momento in cui si parla di vite umane e di diritti. I giornali, sottolinea Battista, dovrebbero seguire gli eventi anche nel momento in cui i grandi riflettori si spengono raccontando anche l’esito dei processi.
Luca Artesi presenta Babel Tv visibile sul canale 141 di Sky, una piattaforma che si propone di essere una piattaforma comune e essenziale per integrazione. Nel palinsesto trovano spazio programmi di apporfondimento e fiction dai paesi (in lingua originale con sottotitoli in italiano) con una forte attenzione al lavoro ed un programma sulle mamme adolescenti realizzato in collaborazione on Save the children (al momento visibile anche su Cielo). Marco Morganti (Banca Prossima) dopo aver approfondito le tematiche dell’accoglienza, del badantato come lavoro non libero poichè unico rapporto di lavoro possibile e delle difficoltà nella concessione di mutui e prestiti a cittadini stranieri, costretti quindi a rivolgersi all’usura, rivolge invece, in conclusione dell’ultima sessione della mattina, un appello ai nuovi italiani: “Non siete come i panda di cui gli altri si devono occupare, cominciate a fare da soli e a farvi sentire perchè la cittadinanza è anche questa”.


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