C’era una Volta in Portogallo – La leggenda di Nossa Senhora da Graça

Dopo la “prima” Volta nel 2013 e quella dello scorso anno del 2014, Daniele Coltrinari e Luca Onesti, autori e ideatori di Sosteniamo Pereira – www.sosteniamopereira.org – il sito che si occupa a 360 gradi di Lisbona e Portogallo (Reportage, storie, politica, cultura e altro ancora) per #laterzaVolta consecutiva seguiranno la Volta a Portugal, la più importante competizione ciclistica a tappe portoghese. Nasce un crowdfunding, QUI: per sostenere un reportage a puntate che sarà pubblicato tra il 29 luglio e il 9 agosto, il periodo nel quale si svolgerà la Volta a Portugal, su Frontiere News


testo e foto di Luca Onesti

Si racconta che quando per la prima volta questa salita fu inserita nel percorso della corsa a tappe portoghese, nel 1978, il vincitore della tappa, un meccanico di 23 anni proveniente dall’Alentejo, João Costa, intervistato dei giornalisti, dichiarò che voleva ritirarsi dal ciclismo, tanto era distrutto dalla fatica dell’ascesa. Da allora la leggenda di questa salita continua ad alimentarsi e ad attrarre migliaia di tifosi lungo il percorso. La salita venne riproposta nel 1983 e vinse uno dei ciclisti simbolo di questo paese, Marco Chagas.

La salita è dura, per quasi una decina di chilometri c’è da scalare questo monte solitario e brullo a forma di cono, che sembra il purgatorio dantesco. La tappa Boticas – Mondim de Basto (Alto Senhora da Graça) di 192,5 km, quest’anno è subito andata via una fuga di 11 uomini, tra loro c’è António Carvalho che, sulle cime delle montagne da scalare prima di iniziare l’ultima salita (ce ne sono ben tre, e quella che conduce alla Barragem de Alvão è molto dura), fa incetta di punti utili alla classifica di “Re della Montagna”. Carvalho resta da solo, potrebbe fare una grande impresa, ma la benzina finisce anche per lui.

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Viene ripreso e ad attaccare sull’ultima salita è, tanto per cambiare, David Belda, che dopo la vittoria di ieri sotto la pioggia torrenziale, ha la forza di scattare anche oggi, con questo sole impietoso. Ma nell’ultimo chilometro lo spagnolo paga la sua temerarietà e si pianta, rinvengono gli altri e scatta Edgar Pinto, il ventottenne portoghese che ieri era caduto, nel tragitto che, a corsa finita, dal traguardo portava agli autobus delle squadre. Quel tratto ieri lo avevamo fatto anche noi a piedi, sotto la pioggia, e non si vedeva da qui a lì. Pinto, che stanotte ha dormito pochissimo, e che si porta dietro ancora i postumi della caduta, oggi ha sentito dolore per tutto il giorno. Ma, laddove a curarlo non sono riusciti il medico e lo spray antidolorifico, sono riuscite la salita e la trance agonistica. Il ciclista della La Aluminios/Antartes sulle ultime rampe pedalava fortissimo; solo Gustavo Veloso, in maglia gialla, gli è rimasto aggrappato dietro, senza però trovare la forza di superarlo. E così su questa salita così attesa è arrivata anche la prima vittoria portoghese di questa Volta. Pinto primo, Veloso secondo, terzo, a otto secondi, Brandão, e via via gli altri.

Edgar Pinto è un ciclista, molto amato dal pubblico di casa, che ha tanta classe quanta sfortuna. L’anno scorso qui sul Monte Farinha aveva sfiorato la vittoria di tappa, era giunto secondo dopo Pardilla. Per poi concludere la Volta al quarto posto in classifica generale, dopo che, nel 2011 e nel 2012 non era riuscito a terminare la corsa a tappe, per delle cadute.

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Breve estratto di “C’era una Volta in Portogallo”

Tra la fine di quest’anno, 2015, e i primi mesi del 2016, uscirà “C’era una Volta in Portogallo”, un libro – racconto delle tre edizioni (2013,2014 e 2015) della Volta a Portugal, un libro anche fotografico per gli appassionati di ciclismo, per scoprire i più importanti ciclisti portoghesi contemporanei e del passato e allo stesso tempo per i viaggiatori: luoghi, località, storie, tradizioni, usi e costumi, enogastronomia e altro ancora. Per tutte le info, QUI:


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