“Non abbiamo bisogno di odio. Mio figlio non sarà Balilla”
"Egregio Signor Maestro, mio figlio non può iscriversi per i Balilla. Siamo poveri e non abbiamo bisogno di odio". La lettera, scritta nel 1930 da un papà al maestro di suo figlio, consegna alla memoria nazionale il coraggio di chi ha saputo opporsi all’indottrinamento dell’organizzazione della gioventù fascista. Era l’autunno del 1930, e l’Italia viveva sotto il pieno controllo del regime fascista. Il potere di Mussolini si estendeva in ogni angolo della società, penetrando non solo le istituzioni, ma anche le vite quotidiane delle famiglie. Tra le imposizioni del regime, l’iscrizione dei bambini ai Balilla era più di una semplice…